Sembra che la divisa indossata dai Marò sia un problema per il sindaco Marino che al manifesto che ricordava alla Capitale che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone continuavano a stare in India – costretti da una detenzione ingiusta e dagli errori di un governo debole – abbia preferito sostituire la comunità di Sant’Egidio. Quel manifesto, voluto dalla giunta Alemanno, era appeso accanto a quello di Sakineh, la donna iraniana condannata a morire mediante lapidazione per adulterio e quello di Julija Thimoshenko, la ex primo ministro della Ucraina in carcere per una complessa e oscura vicenda di ruberie e schieramenti pro e contro Russia.
L’episodio dà un’idea di come sia spaccata l’Italia e degli errori che fa una parte della sinistra, che, per pure ragioni di pregiudizio ideologico, allestisce la tendopoli per i Cobas e poi abbandona alla destra la tutela dei due marinai.
“Il manifesto dei due marò in Campidoglio – secondo quanto si è appreso – è stato tolto il 2 ottobre scorso”.
Questa l’agenzia che spiega la rimozione del manifesto. Si è appreso poi che il manifesto è stato tolto:
“in occasione di un evento interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio“.
Naturalmente tolti anche i manifesti di Sakineh e di Julia Thimoshenko.
Conclude l’Ansa:
“Tutti e tre i manifesti non sono ancora stati ricollocati sulla facciata di Palazzo Senatorio”.
Il Giornale naturalmente rilancia la notizia:
“Lo sfregio di Marino ai marò: via lo striscione dal Campidoglio. L’amministrazione comunale rimuove la gigantografia dalla facciata del Campidoglio, ma si rifiuta di dare spiegazioni”.
L’ufficio stampa del Comune di Roma, si limita a dire:
“per ora non c’è intenzione di replicare”.