C’era una volta la piazza e c’è ancora, ma accanto alle strade – che si riempiono di manifestanti che lottano dalla casa, all’ambiente, dalla disoccupazione al precariato – si riempie anche la piazza virtuale, il web. Gli hashtag sono #sollevazione, #assedio, #stopsfratti e poi #19o, nato quest’estate e divenuto simbolo dei No Tav che si erano dati appuntamento a Roma il 19 ottobre. Fra poche ore sono attesi nella capitale frange più estreme, quelle che sono considerate “a rischio” per l’ordine pubblico, gli italiani indignati che da mesi lottano per la salvaguardia della loro valle che sta per essere deturpata da un’opera faraonica che costerà (ed è già costata) sangue, sudore e disoccupazione a un popolo che davvero non capisce l’esigenza di un collegamento con la Francia, anche a fronte della decisione di quest’ultima di sospendere i lavori. Intanto in alcuni quartieri della Capitale appaiono striscioni inquietanti come quello esposto al Pigneto, quartiere ex popolare, ora multietnico, degradato e in disequilibrio tra voglia di innovazione, frenata dallo spaccio e dalla criminalità. Un tessuto complesso quindi che ha deciso di scrivere un messaggio chiaro:
“15 ottobre 2011 – 15 ottobre 2013 Lo spirito continua”.
San Giovanni ritorna zona rossa. Due anni fa gli scontri e ora la paura che possano ripetersi, violenti oggi più di allora. E per fortuna che le forze dell’ordine sono state spiegate e stanno rastrellando la città alla ricerca di qualsiasi oggetto che possa domani trasformarsi in arma. Intanto gli obiettivi sensibili vengono messi al sicuro. I primi sono stati i ministeri dal Tesoro alla Difesa, dallo Sviluppo Economico al Lavoro.
I palazzi del potere blindati, già questo è simbolo di una politica che ha perso il suo contatto con il popolo. Gli elettori che non si riconoscono in chi li rappresenta, che il diritto di voto è stato trasformato in uno strumento di controllo da parte dei partiti che hanno bloccato le liste impedendo di fatto la scelta ai cittadini. E così anche i promotori non si nascondono più e affermano “tutto dipenderà anche dall’atteggiamento della polizia. I fermi preventivi di queste ore, le cariche al Pigneto non depongono a favore di un clima sereno…”.
In mattinata, infatti, un corteo di studenti (le forze dell’ordine parlano di anarchici) è stato caricato all’isola pedonale del Pigneto, tra le bancarelle del mercato e gli anziani che facevano la spesa. Questo episodio si aggiunge al fermo dei 5 francesi.
In queste ore, in effetti, i promotori provano a far di conto, assemblee continue fino all’ultimo minuto, perché, dicono, “la situazione cambia di ora in ora”. Difficile fare previsioni.
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