I governi cambiano, ma la politica sembra ormai da anni andare in un unica direzione: le banche. E se è giusto rendere sicuro il sistema bancario, appaiono smisurati i “regali” che vengono concessi agli istituti di credito. Così dopo Monti anche Letta “concede” un miliardo alle banche. Il meccanismo lo spiega il Sole 24 ore:
L’impatto si vedrà sul lungo termine, ma le nuove norme sulla deducibilità fiscale di svalutazioni e perdite sui crediti potrebbero consentire alle banche di incrementare i loro utili del 7% del 2014 e del 5% l’anno dopo; in pratica, un miliardo di profitti in più per le prime nove banche italiane in due anni.
La stima è di Mediobanca securities, che ha ragionato sulla base delle bozze del provvedimento, in base alle quali le perdite sui crediti – oggi deducibili in 18 anni sopra una franchigia pari allo 0,3% del totale del portafoglio crediti – potranno essere scaricati in cinque anni. La norma dovrà essere prima ufficializzata e poi passare al vaglio di Camera e Senato, ma i benefici maggiori sembrano destinati alle banche con la situazione più problematica sul fronte dei crediti: è così che secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia il maggior impatto potrebbe riguardare Bper e il Creval (+20% dell’utile 2014), mentre per UniCredit (+5%) i benefici sarebbero limitati dal fatto che molte svalutazioni su crediti hanno origine all’estero.
A esercitarsi sul tema ieri, anche gli economisti di Banca Imi, secondo i quali per UniCredit uil beneficio fiscale 2013 sarebbe di 271 milioni (più 236 nel 2014 e 219 nel 2015), per Banca Mps di 101 milioni, per Ubi di 45 milioni, per il Banco Popolare di 48 milioni.