L’Italia della crisi e l’Italia delle sorprese. A quanto sembra infatti, in un panorama di desolante disoccupazione e di licenziamenti ci sarebbe invece chi vuole assumere ma a quanto sembra non si troverebbero persone disposte a lavorare. Otto sarebbero i posti, otto contratti di prova nel settore della moda destinati a trasformarsi a tempo indeterminato. Le aziende sarebbero due e ognuna offre quattro posizioni eppure da quattro anni nè alla Tiemme Sas di Badoere di Morgano nè nel Maglificio Ferdinanda di Visnà di Vazzola questi contratti riescono a trovare qualcuno che voglia firmarli. Un caso più unico che raro visto che le due aziende citate operano anche con i marchi leader della moda nazionale ed internazionale.
La Tiemme di Giuliano Secco è un’azienda nata 30 anni fa e che per passare indenne la crisi si è inventata una strategia sempre vincente: trasformarsi. In particolare ha iniziato a diversificare il lavoro relegando a un solo settore la produzione di bottoni e occhielli che prima era il fulcro dell’azienda.
«E in questo modo racconta Secco che ora ha 15 dipendenti – ce l’abbiamo fatta». Da Armani a Louis Vuitton: le grandi griffe sono state conquistate. Ma dove sono i lati deboli? La concorrenza dei cinesi e il personale che non si trova. Da 4 anni Secco non riesce a trovare dipendenti adatti alle sue lavorazioni: «Il dramma è che molto spesso le persone sono specializzate nel realizzare un solo tipo di prodotto oppure sanno lavorare esclusivamente un materiale. Invece noi ora cerchiamo persone che abbiano la capacità di adattarsi alle diverse mansioni».
Quello che appare sorprendente è come le aziende ricercano personale, ma non trovino quello adatto alle loro esigenze. Come nel caso del Maglificio Ferdinanda di Vazzola che è a caccia di quattro o cinque persone capaci ma soprattutto di «giovani umili e di buona volontà» e incontra solo, secondo quanto hanno riferito, persone che si sentono già stilisti consumati. Un dipinto inedito di un’Italia che sembra davvero lontana da quella dove gli uffici di collocamento sono assediati, i giovani sono alla ricerca costante di lavoro e la disperazione dilagata e spesso porta i ragazzi a trasferirsi all’estero. Sarà forse per quest’ultimo fattore che le aziende non trovano lavoratori?
Gabri
/ ottobre 17, 2013L’ha ribloggato su BSIDE-ME.
Cristi
/ ottobre 17, 2013Sapete perché non trovano più nessuno adatto alle loro esigenze? Perchè tutti, loro in primis, non sono disposti a insegrare il lavoro. Tutti ci vogliono umili, giovani, max 29, con almeno 5 anni di esperienza nel settore. Fra due settimane finisco di lavorare in un posto dove c’è un turn over di 5 persone ogni due mesi, ti prendono, lavori e dopo due mesi, che tu faccia schifo o sia meglio di tutti gli altri, ti lasciano a casa e assumono qualcun altro. Quando finisci un percorso di studi non sai fare il lavoro, ed è normale secondo me, non essere all’altezza di qualcuno che ci lavora da 20 anni. Se nessuno ci forma come facciamo? Io sarei ben disposta a partire da zero e apprendere una nuova professione e impegnarmici al massimo! Chissà che le nuove generazioni nascano con lo spazio per una micro sd così potranno caricare le conoscenze di una professione che si può acquisire solo grazie all’esperienza!