Patrimoniale, rifiuti, illuminazione pubblica, vigili urbani e verde pubblico questi gli ingredienti della Service Tax che già prima di essere formulata è diventata la tassa più attesa dai cittadini italiani. Stamattina il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sono saliti sul Colle per illustrare le linee della manovra al Capo dello Stato Giorgio Napolitano comprensivi anche della Service Tax. Chi la pagherà?
Chi occupa l’immobile: inquilino o proprietario che sia. Nel caso di abitazioni sfitte e di più domicili, la Service Tax si pagherà su tutti gli immobili. Un caso a parte dovrebbe essere costituito dalle seconde case, quelle al mare o in montagna. In questo caso almeno una parte della Service Tax, quella legata ai rifiuti, dovrebbe essere pagata in dodicesimi. Al Comune dove si possiede una casa di vacanza, insomma, bisognerà comunicare il periodo di permanenza nell’immobile.
Sarà strutturata in due componenti:
- una fissa legata ai servizi (30 centesimi a metro quadro, aumentabili fino a 40 centesimi a discrezione dei Comuni)
- una con un’aliquota che servirà per pagare i rifiuti (forse il 3 per mille di partenza da calcolare sul valore catastale)
La somma delle due componenti, rifiuti e servizi, comunque, avrà un tetto (non dovrebbe superare un prelievo complessivo del 7,6 per mille per le abitazioni principali e del 10,6 per mille per le altre). Il pagamento, poi, dovrebbe essere in quattro rate, la prima a gennaio. La nuova tassa dovrebbe avere anche elementi di progressività, che dovrebbero essere introdotti attraverso il meccanismo dell’Isee o delle detrazioni.
In totale l’operazione dovrebbe portare 12 miliardi di euro nelle casse pubbliche. L’esecutivo è pronto a mettere a disposizione dei Comuni 2 miliardi di euro di trasferimenti per permettere di alleggerire il prelievo. Dunque è ragionevole che il costo complessivo della Service Tax si possa aggirare attorno ai 10 miliardi.