Storia di una escort: vittima e carnefice

cleide_de_paula-processo-tuttacronacaDue processi, un’unica donna alla sbarra. In uno in veste di vittima, nell’altro in quella di assassina. E’ quanto accade alla Corte di Assise di Rovigo. Lei è una escort brasiliana 43enne, Cleide De Paula, che ieri ha portato in aula il medico W.B., che ora deve rispondere di ipotesi di reato quali: violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali. Tutti questi atti sarebbero stati commessi ai danni della brasiliana con la quale, all’epoca, conviveva. Almeno stando alla ricostruzione della procura della Repubblica e della parte civile, che vede la donna seguita dagli avvocati Lorenza Munari e Anna Osti del foro di Rovigo. In special modo, ad essere presi in considerazione dal capo d’imputazione sono due giorni durante i quali la brasiliana sarebbe stata chiusa a chiave in una stanza e costretta a subire atti sessuali violenti, che le avrebbero anche provocato lesioni. L’avvocato Luigi Migliorini, che cura la difesa di W.B., mira però a minare la credibilità della donna, smontando così un’accusa che si basa principalmente sulle testimonianze della presunta vittima. Per fare questo, ha chiesto che i verbali del secondo procedimento in cui è coinvolta  entrino anche in questo. I giudici si sono riservati la decisione alla prossima udienza. Di cosa tratta quindi il secondo processo, quello che vede la De Paula accusata? Tutto parte dall’11 ottobre del 2012. In via Luigia Modena Colorni, una traversa di via Badaloni, a Rovigo, la 43enne, secondo la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, avrebbe ucciso Andrea Marcomin, 53 anni, di Adria, ex postino, cavaliere del Lavoro ed ex candidato alle Amministrative.  La morte dell’uomo sarebbe avvenuta durante un gioco erotico nell’appartamento della escort. La vittima si trovava legata al letto mentre lei avrebbe colpito Marcomin alla testa con un oggetto contundente, forse una gamba del letto svitata a questo scopo. Dopo l’uccisione, fu la stessa brasiliana a chiamare i soccorsi. La donna, arrestata e portata in carcere, dopo alcuni giorni tentò di togliersi la vita. Fu proprio la brasiliana a chiamare i soccorsi, dopo l’uccisione. Arrestata e portata in carcere, alcuni giorni dopo tentò anche di togliersi la vita. Questo secondo processo prenderà l’avvio il prossimo 5 dicembre quando la donna comparirà di fronte alla Corte d’Assise difesa dagli avvocati Lorenza Munari e Anna Osti del foro di Rovigo.

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