Sono gli studenti di 80 città italiane a scendere in piazza in massa per una delle prime date della mobilitazione di quest’anno lanciata dall’Unione degli Studenti. Sotto lo slogan:
“Non c’è più tempo da perdere con le politiche di austerità”
tra quegli studenti c’è chi scende e con la testa già sa che vorrebbe essere all’estero, chi ancora ci crede che davvero si possa cambiare e chi forse ci scende con talmente tanta rabbia che ogni passo è davvero uno sfogo. I dati Ocse ci collocano in basso alla classifica per l’istruzione scolastica e c’è chi afferma che alcuni disoccupati sono “inoccupabili”, poi si corregge e dice che non si riferiva agli studenti e che verranno istituiti stage di formazione e borse di studio per ovviare al problema del gap formativo. Contraddizioni in termini che certo non passano inosservati tra i ragazzi che oggi tentano di gridare il loro disagio a una classe politica impegnata in congressi, in primarie, in amnistie, in correnti, in indulti e nella questione immigrati.
“Da parte dell’attuale governo non c’è stata nessuna reale inversione di tendenza. Mentre alla scuola pubblica e al welfare vengono destinate poche briciole si sceglie di continuare a sprecare risorse per le spese militari, le politiche di respingimento dell’immigrazione, la tutela di speculatori e dei grandi patrimoni – dichiara in una nota l’Unione degli Studenti – Per questi motivi portiamo in piazza in tutta Italia le vere emergenze sociali del Paese, rivendicando il rifinanziamento totale dell’istruzione pubblica e del diritto allo studio”
“Crediamo che l’attacco al sistema di formazione pubblica sia oggi generalizzato – dichiara Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario – e vogliamo ribadire ancora una volta le vere emergenze del paese. Il calo delle immatricolazioni, le troppe borse di studio negate, i costi esorbitanti della vita per gli studenti universitari fuorisede, l’assenza di politiche abitative, il mancato finanziamento delle borse di studio come l’assenza di politiche generali di welfare e diritto allo studio, sono priorità di questo paese, è per questo che non c’è più tempo”.
“Domani inoltre parteciperemo alla mobilitazione nazionale per l’applicazione della Costituzione, convinti che da lì possa partire partire una battaglia di contro-attacco per costruire giustizia sociale, estendere i diritti, liberare i saperi” – dichiara Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza.
A Roma il concentramento è previsto in Piazza della Repubblica, a Milano in piazza Cairoli, a Napoli in piazza Garibaldi, a Torino in piazza Albarello, a Bologna in piazza San Francesco, a Reggio Calabria in piazza De Nava, a Bari in piazza Moro, a Venezia in piazzale Roma e a Genova in piazza Caricamento.
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