Secondo gli inquirenti russi sarebbero state trovate sostanze stupefacenti a bordo dell’Arctic Sunrise, rompighiaccio di Greenpeace sequestrato dalle autorità di Mosca. Forse potrebbe trattarsi dell’ennesimo elemento che la Russia vuole mettere in risalto verso l’opinione pubblica per screditare l’operato dell’associazione ambientalista.
“Sostanze, presumibilmente oppio e morfina, sono state sequestrate durante la perquisizione del battello. L’origine delle sostanze e il loro scopo devono essere determinati”, ha detto il capo del Comitato investigativo russo Vladimir Markin. Markin ha anche affermato che alcuni membri dell’equipaggio verranno accusati anche di altri reati.
Intanto il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, ha chiesto di incontrare il presidente russo Vladimir Putin, per discutere del caso dei 28 attivisti e di due fotografi: “Caro presidente Putin …. chiedo un incontro urgente con voi”, ha scritto Naidoo nella lettera consegnata oggi all’Ambasciata russa all’Aia e riportata nel comunicato diffuso da Greenpeace.
Il numero uno di Greenpeace ha quindi espresso la propria disponibilità a trasferirsi in Russia “per la durata di questa vicenda” e a offrirsi come “garante della buona condotta degli attivisti di Greenpeace, qualora venissero rilasciati dietro cauzione”. La settimana scorsa i 30 membri dell’equipaggio, 26 dei quali sono stranieri, sono stati incriminati per “pirateria di gruppo organizzata”, reato per il quale si rischia fino a 15 anni di detenzione.
“Voi sapete che le accuse di pirateria mosse contro gli attivisti denunciano un crimine che non ha mai avuto luogo – ha aggiunto Naidoo nella missiva a Putin – ecco perché vi invito a chiedere, come presidente della Russia, che le accuse eccessive di pirateria vengano fatte cadere … e che i due fotografi freelance, che non sono membri di Greenpeace, siano rilasciati subito. Nessuno trarrà profitto da questa vicenda, compresa la grande nazione russa”.