Un sondaggio della Gazzetta dello Sport a cui hanno deciso di rispondere 50 giocatori di serie A su temi come il razzismo, l’omosessualità e la depressione. Un viaggio nelle teste dei campioni e di come oggi vivono le contraddizioni del mondo, ma anche un giudizio sui colleghi. Il sondaggio ha un precedente, poiché a febbraio scorso un magazine inglese, FourFourTwo, aveva fatto più o meno le stesse domande, aggiungendo anche la droga e le partite truccate.
Il 78% aveva dichiarato che la depressione è un problema, molti hanno confermato che uno spogliatoio può esonerare un allenatore e qualcuno ha raccontato di un presidente che comprava cocaina per i giocatori.
Buffon e Vieri hanno spiegato che si può essere in crisi con i milioni e una velina che dorme tra i tuoi cuscini. Petit, il biondo di Francia ’98, ha descritto i suoi incubi in un libro. Tra i nostri 50, 29 hanno detto che la depressione è un problema, 12 hanno messo la croce sul “sì” alla domanda: “Ti è successo di vivere la depressione?”.
Il 36% ha sentito un commento razzista da un collega in A, percentuale troppo alta per essere casuale e non preoccupante. Solo due su 50, invece, ritengono che un nero faccia carriera più difficilmente.
Se si parla di omosessualità, cambia tutto. Le risposte in qualche modo gli danno ragione: il 34% dei “sondaggiati” pensa che un calciatore gay sarebbe trattato diversamente, e la sua carriera compromessa. L’ultima risposta, quantomeno, porta ossigeno al fuoco degli ottimisti. Tre calciatori su 50 hanno dichiarato di aver giocato con un compagno dichiaratamente gay.
Un giocatore su tre vorrebbe essere allenato da Conte, anche se la sua preparazione è da marine e il suo senso della gerarchia sviluppato. Montella sarà contento dei 9 voti, Zeman quasi commosso per la singola preferenza. Balotelli, clamoroso capolista tra i più sopravvalutati assieme a Icardi e a Schelotto, che in estate è stato ridimensionato anche dai suoi dirigenti.