Il Governo Letta, con la legge di Stabilità, introdurrà il reddito minimo di cittadinanza, ossia uno dei punti forza della campagna elettorale di Grillo? Secondo il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, la legge di stabilità “darà via libera a reddito minimo”, almeno stando a quanto ha detto nel corso di un’intervista a Repubblica. Ma l’intenzione di captare le simpatie di chi è favorevole all’introduzione e la strizzata d’occhio al M5S non può far dimenticare che nel programma dei pentastellati erano presenti anche altre 19 priorità che il Pd non è certo in grado di sottoscrivere, tra cui:
abolizione dei contributi pubblici ai partiti, un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni, Referendum propositivo e senza quorum, Referendum sull’euro, una sola rete televisiva pubblica,senza pubblicità,indipendente dai partiti, ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica, abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali, abolizione di Equitalia.
A questo punto, se Giovannini e Letta non faranno nulla circa il reddito minimo sarebbero legittimati coloro che iniziano a dubitare dell’affidabilità della parola del premier, se al contrario faranno qualcosa dovranno anche trovare il modo di finanziarlo, il che significa tagli o tasse che porterebbero alla perdita di consenso. Del resto anche Matteo Renzi si era pronunciato negativamente al riguardo. Roberto Mania, l’intervistatore, riferisce così le parole di Giovannini:
“C’è una proposta elaborata da un gruppo di esperti che prevede un sostegno per chi ha un reddito al di sotto della soglia di povertà. Un’integrazione che si riceverà solo a condizione che ci si attivi seriamente a cercare un lavoro, e che nel caso si abbia figli li si faccia frequentare la scuola e li si porti alle visite di controllo medico. È qualcosa di molto simile a quanto stanno già sperimentando diversi Comuni”.
Quanto ai tempi di applicazione,
“Si parte dal 2014, ma si farà con gradualità”.