L’affondo della difesa di Schettino è chiaro: dimostrare che quella tragica notte sulla concordia qualche apparato che avrebbe dovuto funzionare non funzionò. E ora che la nave è stata rimessa in asse, le verifiche si potrebbero anche effettuare. Il Codacons appoggia la richiesta, anche se l’ultima parola sarà, naturalmente, della giuria. Secondo l’avvocato Giuliano Liuzzi del Codacons, intervistato a SkyTg24, “la perizia e l’attività svolta dai periti si sono fermate allo scoglio, creando questo nesso di causalità con le morti. A nostro giudizio, si poteva fare di più e meglio. Abbiamo rilevato – continua – dei gravi difetti di funzionamento della nave, in primis delle porte di emergenza e il generatore di emergenza. Anche tempi e inclinazione della nave sono aspetti determinanti di questo processo”.
Ma se da una parte c’è la richiesta di una nuova perizia, dall’altra c’è l’accusa. Francesco Schettino, accusa, infatti, il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di non avere eseguito i suoi ordini, che avrebbero evitato la tragedia del Giglio. Nel corso dell’udienza di oggi, Schettino ha reso dichiarazioni spontanee al tribunale sostenendo: “Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere il timone a sinistra la nave aveva una accelerazione verso destra. L’errore di non mettere a sinistra, ovvero il ritardo, è la conseguenza dell’errore. Se non ci fosse stato questo, cioè non posizionare il timone a sinistra, di evitare la derapata, non ci sarebbe stato lo schiaffo”.
L’avvocato Francesco Pepe, uno dei legali di Schettino, evidenzia uno degli interrogativi sulla tragedia del 12 gennaio 2012 e rilancia la necessità di nuovi accertamenti tecnici sulla Concordia: “La nave sarebbe dovuta affondare verticalmente. Bisogna capire perché questo non è avvenuto. Ci sono fatti da accertare – ha detto Pepe – come il generatore di emergenza che non ha funzionato, fatto scritto nella perizia, e il mal funzionamento dei bracci delle scialuppe delle porte stagne. Bisogna accertare l’influenza e l’incidenza che questi fattori hanno avuto dopo l’impatto. Il generatore è situato all’undicesimo piano proprio perché non deve essere interessato dall’acqua, ma nessuno ha spiegato perché non ha funzionato”. Il collegio difensivo di Schettino ha avanzato dubbi anche sulle modalità dell’affondamento della nave Concordia: “Per normativa e principi costruttivi doveva affondare verticalmente. Lo fece anche il Titanic, che aveva una falla laterale. Se fosse avvenuto questo non sarebbe accaduto nulla perché si adagiava sul fondo. Ad oggi nessuno sa perché abbia sbandato e sia affondata su un lato. E questo non è imputabile a Schettino”.
“Se non ci fosse stato l’errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l’errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata – ha proseguito Schettino nel suo breve intervento durante la discussione fra periti, pm e avvocati – non ci sarebbe stato quello schiaffo”.
Schettino al momento è accusato di: omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle autorità.
Ma prima di autorizzare le ispezioni, il tribunale deve essere sicuro che la nave sia messa in sicurezza: che sia stabile, oltre che in asse.
pd valdengo
/ settembre 23, 2013L’ha ribloggato su .