La denuncia viene dall’associazione Arci che ha raccolto diverse testimonianze dei migranti che vivono nella struttura di Castelnuovo di Porto vicino a Roma. Come scrive il Fatto Quotidiano
“Sono ammucchiati in stanzoni. Donne e uomini si prostituiscono mentre nel letto a fianco dormono i bambini arrivati qui con le loro famiglie. Alcune Ragazze escono dal centro la notte e ritornano al mattino. I clienti le attendono all’uscita”, racconta Claudio Graziano, coordinatore nazionale dell’Arci. I migranti che fuggono da guerre, dittature, persecuzioni e arrivano stremati in Italia dovrebbero trascorrere nel centro 35 giorni, il tempo di venire identificati e di ottenere lo status di rifugiato. La loro permanenza, invece, può durare anche più di un anno.
Molti hanno già contratto un debito per venire in Italia e il costo del “viaggio della speranza” deve essere pagato, così vengono avvicinati dalla criminalità organizzata che sa dove reclutare i propri uomini: sempre tra i più disperati. Il tutto avviene nel centro per rifugiati, il centro che dovrebbe accoglierli, il centro che dovrebbe proteggerli. Quanto costa un rapporto sessuale, lo racconta sempre il Fatto Quotidiano:
Un rapporto sessuale all’interno del centro costa venti euro, accusa l’Arci. “C’è chi si prostituisce volontariamente. Al mese ogni migrante riceve solo 75 euro. Anche se i rifugiati hanno diritto a vitto e alloggio, è quasi impossibile sopravvivere in queste condizioni. Durante la giornata sono liberi di uscire ma devono rientrare la sera”, conclude Graziano
I migranti quindi hanno la possibilità di uscire durante il giorno, ma di notte dovrebbero essere all’interno del centro. Chi li controlla? Chi protegge? Se non siamo in grado di dare un esistenza dignitosa a queste persone perché li condanniamo all’emarginazione e alla criminalità? Non sarebbe più giusto interessare la comunità internazionale piuttosto che accogliere chiunque voglia sbarcare sulle nostre coste per poi, in alcuni casi, ridurlo a schiavo del sesso o spacciatore di droga?