Pensioni che tutelavano i lavori più pesanti come quelli dei marittimi, poligrafici o degli sportivi oppure quelli in cui l’età ha un ruolo determinante come nel mondo dello spettacolo per gli attori, i ballerini e cantanti verranno modificate con una nuova legge che dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri, lunedì 9 e trovare applicazione già dal 1° gennaio 2014. Saranno così chiuse le vecchie “finestre mobili” e arriveranno i nuovi requisiti. Naturalmente sono salvi però i comparti della Difesa e Sicurezza e i Vigili del Fuoco che se inclusi nel provvedimento avrebbero accresciuto notevolmente il risparmio della spesa pubblica. Il provvedimento invece così come arriverà in aula farà risparmiare 526,4 milioni di euro. Lo stesso Sole 24 ore in un articolo a firma di Davide Colombo afferma:
“È facile immaginare come sarebbero cresciuti i risparmi sulla spesa pensionistica con l’inclusione anche di questi comparti che, nel loro insieme, contano su circa 500mila addetti, pari al 15% dei dipendenti pubblici”.
Ma come cambieranno le regole del pensionamento? Per i marittimi la pensione di vecchiaia scatterà con 5 anni di anticipo:
“Per i marittimi il diritto alla pensione di vecchiaia arriva con cinque anni di anticipo rispetto ai requisiti anagrafici generali, mentre per l’anzianità speciale riconosciuta a chi ha almeno 10 anni di “effettiva navigazione” o di “servizio di macchina” o di “stazione radiotelegrafica”, dai 56 anni (con 20 di contributi) si passerà dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 a 57 anni, mentre dal 2018 si salirà a 58 anni”.
Nel mondo dello spettacolo invece cambiano le regole per ballerini, attori e cantanti:
“Per ballerini e tersicorei l’età di pensionamento di vecchiaia sale di un anno, da 45 a 46, mentre per gli attori è previsto l’aumento da 63 a 64 anni, sempre dal 1° gennaio prossimo. Le attrici vedranno cambiare i requisiti anagrafici con più gradualità: un anno ogni due, per allinearsi all’età pensionabile degli uomini nel 2022. Adeguamento anche per i cantanti con il sistema di calcolo misto della pensione: andranno in vecchiaia a 61 anni, da gennaio, gli uomini mentre per le donne c’è una scalettatura da 57 a 61 sempre entro il 2022″.
L’adeguamento per gli sportivi professionisti è anch’esso previsto entro il 2022:
“Alla stessa data è previsto l’allineamento graduale uomo-donna per gli iscritti al fondo sportivi professionisti: a 53 anni gli uomini subito, da 49 a 53 le donne”.
Il nuovo sistema poi riguarderà anche i poligrafici delle aziende in crisi:
“Per i lavoratori poligrafici di aziende in crisi, infine, il prossimo gennaio passa da 32 a 35 anni il requisito contributivo necessario per il ritiro anticipato, venendo a cadere il vecchio abbuono di tre anni. Il requisito contributivo sale ulteriormente a 36 anni nel 2016 e 37 anni nel 2018″.
Ma non si configura la disparità giuridica fra differenti soggetti dello Stato uniti dalla qualifica di lavoratori?
pd valdengo
/ settembre 7, 2013Reblogged this on .
annamaria
/ settembre 8, 2013Siamo d’accordo che alcune categorie di lavoratori vanno tutelate, ma non è giusto che si approvi una riforma che allunga in questo modo l’età pensionabile senza tener conto dei diritti acquisiti (vedi quota 96, esodati, ecc.).
Ma dov’erano il PD, il PDL, i sindacati a dicembre 2011? La riforma la FORNERO non l’ha fatta da sola, è stata approvata anche da loro.
Io sono nata nel 1955, sono un’insegnante e con 60 anni nel 2015 e 38 di contribuzione, avevo già pianificato di andare in pensione, ora forse ci andrò nel 2019.
Mi auguro vivamente che si faranno dei correttivi e lasciare scegliere ai lavoratori se continuare o meno.
tuttacronaca
/ settembre 8, 2013“Veramente io vivo in tempi oscuri” diceva Brecht e lo Stato che non tutela i diritti acquisiti è difficile che sia ancora uno Stato di Diritto…E questo preoccupa fortemente e ben oltre il settore pensionistico. Hanno detto che la legge Fornero, confusa e dannosa come poche, deve essere cambiata, ma ogni giorno che passa sembra che le intese si allarghino sempre di più e i diritti si restringano ancora di più!…Occorre sensibilizzare fortemente i sindacati, se vogliono seguitare a rappresentare i lavoratori perché non si abbandonino alla rassegnazione e all’indolenza! Altre strade sono difficili da individuare!