Tutto è iniziato quando una misteriosa patologia ha ucciso al San Giovanni di Roma, un’anziana donna malata di tumore, così come di prassi è stata disposta l’autopsia. Il tecnico della sala autoptica, però, Ruffino Vacca, 64 anni, accusa un malore e al termine dell’autopsia muore.
Il direttore generale dell’ospedale, Gianluigi Bracciale, ammette: “Non sappiamo perché sono deceduti entrambi”. Una commissione regionale e i Nas ora indagano sulla vicenda.
Bracciale spiega a Rinaldo Frignani del Corriere della Sera di essere molto preoccupato e di essere pronto a fare tutto il possibile per scoprire cosa ha causato la morte del tecnico Vacca, nonostante un trapianto d’urgenza di fegato al Policlinico di Tor Vergata. Un medico e un’infermiera del San Giovanni, che erano con Vacca al momento dell’autopsia, hanno accusato sintomi simili e sono in via di miglioramento. Anche uno dei medici che ha operato il tecnico poi deceduto avrebbe accusato sintomi simili.
Il Corriere della Sera ricostruisce il giallo della misteriosa e letale patologia:
“Era l’11 agosto scorso e da allora non è stato ancora chiarito cosa abbia ucciso il tecnico nel giro di poche ore dopo che lui e la sua squadra avevano svolto l’autopsia di un’anziana morta di tumore dopo che le sue condizioni si erano improvvisate aggravate. E soprattutto cosa abbia fatto sentire male l’anatomopatologo e un’infermiera che gli stavano accanto e che avevano analisi con valori preoccupanti. Non solo. Nelle corsie del S. Giovanni, dove anche alcuni infermieri venuti a contatto con la paziente deceduta sono stati sottoposti a accertamenti approfonditi, si racconta – ma a Tor Vergata la notizia non è stata confermata nésmentita – che almeno un medico dell’équipe impegnata nel trapianto abbia accusato un malessere poi scomparso”.
Il direttore generale del San Giovanni non si spiega quanto accaduto:
“«È un mistero anche per noi e per questo siamo molto preoccupati», aggiunge Bracciale che rivela: «A quanto ci risulta fino a questo momento non esiste una situazione del genere nella letteratura scientifica mondiale. Fondamentale è non fare allarmismi e non andare dietro a tutte le voci – epatite fulminante, radiazioni, acqua inquinata, addirittura Ebola – che in questi giorni si sono alternate e che non fanno che alimentare confusione e preoccupazione»”.
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta, che è stata affidata ai carabinieri del Nas, su denuncia della moglie di Ruffino, ma dopo tre settimane di indagine il mistero non viene ancora svelato:
“Da 3 settimane le cercano anche gli specialisti della commissione regionale, guidata dal professor Vincenzo Vullo, ordinario di Malattie infettive della Sapienza – lo stesso che nel 2011 si occupò dell’infezione di tbc al reparto neonatologia del Gemelli – mentre la Regione ha incontrato i vertici di tutte le Asl per accertare il rispetto delle norme di sicurezza nelle autopsie”.
Ormai da un mese il servizio autoptico è sospeso, spiega ancora Bracciale:
“«Non per l’inagibilità della sala ma perché, con la carenza di organico, non abbiamo un nuovo tecnico. E così ci dobbiamo rivolgere ad altre strutture (S. Camillo, Umberto I)»”.