Il governo era fragile, le larghe intese erano maglie consumate e gli annunci di Letta sulla tenuta del governo erano castelli di sabbia. Le perturbazioni atmosferiche degli ultimi giorni e le tensioni della sentenza Mediaset hanno scatenato una bufera d’agosto che forse non consentirà al governo di arrivare all’autunno caldo che già aveva prospettato il premier Letta. La dichiarazione di Berlusconi rilasciata a un’intervista al settimanale Tempi non lascia molti dubbi sul futuro di questo esecutivo:
“Diranno che e colpa mia se i ministri del Pdl valuteranno le dimissioni davanti al massacro giudiziario del loro leader eletto da milioni di italiani. Ma io mi domando: se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?”
Ma quale è il nodo da sciogliere? Un indizio ci viene dalle parole di Mario Mauro:
“Non possiamo far diventare il Parlamento il quarto grado di giudizio, non può essere questa la soluzione”, la soluzione, aggiunge, deve essere “politica”. “Amnistia e indulto, come nel dopoguerra con l’amnistia di Togliatti”. Perché oggi, dati gli indicatori economici, la situazione è “anche più difficile di allora” e “chiudere quasi 20 anni di contrapposizioni che ci hanno portato a questa situazione è interesse di tutti”.
Ma dove è stata la guerra? Dove sono stati gli uomini che sono morti per un ideale? Qui ci sono solo suicidi della disperazione legati alla disoccupazione e all’impossibilità di vedere un futuro. Siamo in un dopoguerra? E chi ha fatto la dichiarazione? Chi ha vinto? Chi ha perso? Che territori abbiamo liberato? Come si può parlare oggi di amnistia e indulto? Un provvedimento generale lascerebbe impuniti tutti i criminali e i cittadini onesti, sono stati meno furbi, più stupidi?
Pensavamo che fosse giunta l’ora di edificare i palazzi delle riforme, invece ci ritroviamo con gli annunci entusiastici trasformati in castelli di sabbia spazzati via dal vento autunnale!