Le aree vicine a Damasco, sotto controllo dei ribelli, sono state attaccate con un pesante bombardamento da parte delle forze del presidente Bashar al Assad che sono accusate, dagli attivisti siriani, di aver utilizzato armi chimiche. La denuncia arriva nel giorno della visita a Damasco di un team Onu di esperti di armi chimiche mentre il Comitato locale di coordinamento dell’opposizione al regime ha riferito di 30 corpi portati in un ospedale da campo a Kafr Batna, a est della capitale. Tale denuncia, tuttavia, non può essere verificata in maniera indipendente. Reuters cita degli attivisti secondi i quali i morti sarebbero 213, mentre quelli sentiti da Al Arabiya, parlano di almeno 500. I Comitati locali hanno denunciato: “Centinaia di martiri e di feriti, tra cui donne e bambini, sono il risultato del barbaro uso di gas letali da parte del regime criminale nelle città dell’est Ghouta”. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato invece che “dopo mezzanotte, le forze del regime hanno intensificato le operazioni militari, ricorrendo all’aviazione e ai lanciagranate, causando decine di morti e feriti”. L’agenzia ufficiale Sana cita invece fonti del governo che hanno smentito l’uso di armi chimiche in un bombardamento sulla regione della Ghouta, vicino a Damasco, affermando che si tratta solo di “un tentativo di ostacolare il lavoro degli ispettori dell’Onu sulle armi chimiche”, attualmente in Siria.
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