E pensare che poco tempo fa fu proprio Napolitano a concedere la Grazia ad Alessandro Sallusti, il Direttore de “Il Giornale” e oggi sulle pagine del noto quotidiano di destra si legge:
“Dopo aver messo agli arresti Berlusconi ora pretendono pure di silenziare il Pdl e i suoi milioni di elettori. Addirittura stanno facendo passare per adunata sediziosa la manifestazione di oggi a Roma di sostegno a Silvio Berlusconi. Attenti alle parole, dicono minacciosi. Di mio propongo due o tre slogan: Giudici banditi, Napolitano sveglia, Libertà…
…Se avesse solo un po’ di coraggio, dovrebbe essere lo stesso Napolitano ad aprire piazza del Quirinale in segno di rispetto e ascolto verso dieci milioni di italiani (ndr: ma non sono 10 milioni). Che vivono lo stesso dolore che ha provato lui quando una giustizia banditesca e fuori controllo voleva metterlo alla berlina e mandarlo sotto processo dopo aver origliato illegalmente alcune sue imbarazzanti telefonate. Un suo amico e consigliere fidato, Loris D’Ambrosio, morì d’infarto per la preoccupazione e la vergogna, vittima di una giustizia non sacra ma assassina. La vendetta del presidente fu spietata: pretese e ottenne la sua stessa assoluzione, le prove furono bruciate, i protagonisti di quella infamia, in testa Ingroia e Di Pietro, sono finiti a zappare l’orto e gli è andata ancora bene”.
A parte che non risulta, almeno da fonti giornalistiche, che Ingroia e Di Pietro stiano zappando, ma se Sallusti è riuscito a procurarsi lo scoop “agricolo”, magari poteva anche metterli in evidenza invece di usarli come nota a un articolo che sembra un attacco al Capo dello Stato e recare in sé un’offesa alla nostra più alta istituzione. Ma poi che male c’è a finire a zappare l’orto? Perché relegare questo settore sempre ad essere un esempio di grettezza? Non è forse molto più rozzo apostrofare così come fa Sallusti, il Capo dello Stato?
E allora che facciamo presidente? Non è bello che quando tocca a lei difendersi da giudici scellerati non si vada giù per il sottile, quando tocca ad altri si urli invece al golpe e si vietino le piazze. Non abbia paura, signor presidente, ci dimostri che lei con questa porcata non ha nulla a che fare, altrimenti i maligni che parlano di una sua discreta complicità nell’omicidio di Berlusconi avranno sempre più spazio. E, sarebbe brutto scoprirlo, pure ragione.
Esiste il reato di vilipendio al Capo dello Stato: quando reagirà il Colle?