Una delegazione del M5S ha fatto visita ad Alma Shalabayeva, la moglie dell’oligarca kazako espulsa dall’Italia con la figlioletta Alua di 6 anni nella casa di Alamty, durante la quale la donna ha ricostruito la giornata del 30 maggio. Durante il dettagliato resoconto, la donna lascia anche qualche accusa a Roma, ad esempio l’ipotesi di manomissione del passaporto, la cui presunta falsificazione è stata la causa del rimpatrio. E’ lei a raccontare che le hanno restituito il documento ‘manomesso”: più “spesso” di quello rilasciato dall’Africa Centrale che era stato presentato. Oltre a questo, non avrebbe ricevuto risposta ogni volta che ha provato a chiedere “asilo politico”. La Shalabayeva spiega che le hanno gettato il telefonino, impedendole contatti, e si sono limitati a dirle che la sua “deportazione era firmata ad alto livello”. Mentre chiede un aiuto all’Italia per rivedere il marito, torna a ribadire la sua intenzione di tornare a Roma. La sua ricostruzione è stata postata, in video streaming, sul Blog di Beppe Grillo. In quei momenti, non ha neanche potuto contattare la sorella al cellulare: “Me lo hanno buttato”, dice sottolineando di aver chiesto l’asilo politico, spiegando di chi era moglie e della protezione data a suo marito da Londra. Ma non riceve risposta, le sue affermazioni sembrano sbattere contro un muro di gomma, in particolare dalla poliziotta di scorta, una certa “Laura”. A Ciampino dove madre e figlia entrano “accompagnate da 12 persone armate”, Alma racconta di aver chiesto in inglese: ‘I need a political asylum’ ma “Laura è uscita dalla stanza come se non avesse sentito” per poi tornare di corsa e prendere “mia figlia per mano, uscendo. L’ho inseguita, siamo saliti su un pulmino e lì ho richiesto ‘Why not?’. Lei si è girata, mi ha accarezzato la gamba, e si è rigirata verso il finestrino”. La Shalabayeva spiega ancora che Laura, che “era sempre al telefono con qualcuno”, ha rivolto “molte domande di politica, sui rapporti tra il presidente kazaco e quello russo”, registrando tutto su un I-Phone. Poi la scelta: portare Alua con sè o lasciarla alla guardia del corpo. “Prima di rispondere ho chiesto ancora in inglese: ‘Posso avere l’asilo politico?’ Ma uno degli uomini ai piedi dell’aereo ha risposto che era impossibile: troppo tardi”, l’ordine è stato “firmato a livello molto alto, da due autorità italiane. Non so quali”. Quindi l’arrivo in Kazakhistan dove sono arrivate “senza legale, senza interprete, senza passaporto, senza effettuare alcun controllo alla dogana, senza biglietto, e senza nessuna possibilità di ottenere l’asilo politico”. Uno dei rappresentanti dell’ambasciata kazaca avrebbe trascorso quasi tutto il viaggio nella cabina di pilotaggio. “Solo dopo ho saputo che la mia famiglia intendeva tramite il procuratore dell’Austria far tornare l’aereo in Europa”. Ma il kazaco era al telefono controllando che l’aereo andasse “nella direzione giusta”. Quindi lancia un appello: “Vorrei tornare in Italia al più presto possibile. Voglio vedere i miei figli e mio marito”. E sottolinea di non “credere, sinceramente, nella giustizia dei tribunali. Se vogliono, mi arresteranno, rischio da due fino a 4 anni”. Come rischia il marito, contro cui “non c’era nessuna prova: spero molto nell’aiuto del popolo italiano”. Daniele Del Grosso, membro della delegazione del M5S che nei prossimi giorni avrà anche incontri istituzionali a Astana, ha spiegato che attorno a lei sembrano non esserci controlli. All’ANSA;, contattato al telefono, ha speigato: “È sicuramente seguita. Ma noi non abbiamo visto nessuno di sospetto”.
Delegazione del M5S da Alma Shalabayeva: “Aiutatemi”
Pubblicato da tdy22 in agosto 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/03/delegazione-del-m5s-da-alma-shalabayeva-aiutatemi/
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