Una tranquilla serata milanese. Un sabato sera dove i clienti stavano mangiando al ristorante e sorseggiando un drink al bar quando, in via San Marco, la luce va via all’improvviso, il buio avvolge locali e abitazioni, gli allarmi iniziano a suonare e nel caos generale si sentono distintamente due esplosioni. Il fumo si alza e le fiamme rischiarano la zona, proprio a pochi passi da via Palestro dove si sta celebrando una commemorazione per le vittime dell’attentato mafioso che colpì Milano nel ’93.
Immediatamente torna il terrore: «Non avvicinatevi, è una bomba», azzarda qualcuno.
C’è chi come Fabio, allenatore che lavora poco distante dal luogo delle esplosioni, racconta: «Come se fossero saltate delle bombole del gas». In particolare il fumo esce dal civico n.33 3 in pochi istanti dai locali e dai palazzi i residenti e i clienti si riversano in strada. C’è la polizia che fa allontanare un uomo che cerca di spegnere l’incendio con l’estintore e in pochi istanti la zona viene fatta evacuare mentre tre squadre di vigili del fuoco arrivano a sirene spiegate.
Dall’alto, una donna, al terzo piano, chiede aiuto. «Non riesco a uscire: ho battuto la testa, ho paura». Due vigili del fuoco salgono a portarla fuori, ha un enorme bernoccolo, un taglio sanguinante, barcolla, viene soccorsa infine dagli infermieri del 118. Anche una donna anziana viene medicata sul posto. Alla fine il bilancio è di tre lievi infortunati, ma la paura si legge sugli occhi di tutti i presenti.
Le cause dell’incendio probabilmente, sono da attribuirsi ai cavi dell’alta tensione che, lì, coinvolgono alcuni condomini da ambedue i lati della strada. Complici le alte temperature i cavi dell’alta tensione sono andati in surriscaldamento, sprigionando così del gas, all’origine della duplice esplosione che ha scatenato il panico nel quartiere. Tra i danni riscontrati in zona anche le tubature dell’acqua che sono saltate.