Non più frustrazioni, rabbia e sogni mancati, a poter essere condivisi su Happier, il nuovo social network che, aperto a febbraio, conta già 100.000 utenti, sono solo i momenti felici. Il social si pone come target le donne americane tra i 18 e i 35 anni e vuole celebrare i momenti felici di quotidianità. Nei piani della fondatrice Nataly Kogan c’è però l’idea di realizzare una società di telecomunicazioni e un marchio che «ispiri milioni di persone a essere più felici». Kogan, che si definisce il «chief happiness officer» del social network, è cresciuta in una famiglia ebraica in Unione Sovietica, un paese che non esita a definire «non particolarmente felice». Nel 1989, quando aveva 13 anni, la sua famiglia decise di sfuggire alle persecuzioni e scappare negli Stati Uniti. Dopo mesi passati nei campi profughi fra Austria e Italia, riuscirono infine a raggiungere a Detroit, dove trovarono alloggio in una casa popolare.
Kogan quando è approdata negli Stati Uniti non parlava inglese e voleva solo realizzare il sogno americano. Iniziò così a lanciare una serie di startup tecnologiche fra cui Where, che nel 2011 fu acquistata da PayPal per 135 milioni di dollari. Ma se in questo periodo di rodaggio Happier ha condiviso la felicità solo fra persone amiche dal 1 agosto inizierà a condividerla anche con utenti non amici. Secondo la fondatrice infatti: . «Vedere cosa rende felici le altre persone è prezioso».