Continuano le indagini in merito a un appalto indetto dall’Autorità portuale di Venezia, per lo scavo di canali di navigazione dell’importo complessivo di oltre 12 milioni di euro per il quale i gip contestano il reato di turbativa d’asta ai vertici del Consorzio Venezia Nuova. Finora sono state disposte 14 ordinanze di custodia cautelare: 7 arresti e 7 obblighi di dimora. Nel mirino della Procura lagunare è finita anche la sposorizzazione che il CVN, che è concessionario unico per la costruzione delle opere di salvaguardia tra cui il MOSE (il MOdulo Sperimentale Elettromeccanico per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte), ha assegnato a veDrò. Tale associazione culturale è stata fondata dal premier Letta nel 2005 e le attività sono state sospese dopo la sua nomina. Come riporta il Gazzettino, CNV è uno degli sponsor “storici” del tradizionale raduno estivo che veDrò ha organizzato per otto anni consecutivi nella cittadina trentina di Dro, a cui hanno preso parte molti esponenti di spicco della politica e dell’economia. Si presume quindi che sia stato per acquisire documentazione cartacea e informatica inerente i rapporti intrattenuti con il Consorzio che i finanzieri, lo scorso venerdì, si siano recati nell’abitazione romana del tesoriere e cofondatore di veDrò, Riccardo Capecchi. Il 47enne, da sempre vicino a Letta, è anche direttore generale di Poste Energia dal 2012. Contattata telefonicamente dal Gazzettino, l’associazione veDrò non ha rilasciato commenti sulla vicenda. La verifica su ‘Vedrò” è una delle circa 100 perquisizioni eseguite dai finanzieri, al comando del colonnello Renzo Nisi, nell’ambito dell’inchiesta sulle società che hanno avuto in passato rapporti di natura economica con il Consorzio.
Il nome di Capecchi non è nuovo: nel 2007, quando Prodi era premier e Letta sottosegretario, si dimise dall’incarico presso la Presidenza del Consiglio dopo la pubblicazione su alcuni giornali di una foto che lo ritrae mentre s’imbarca sul “volo di Stato” con cui l’allora ministro Francesco Rutelli stava rientrando a Roma da Monza dove aveva assistito al Gran Premio. Per tale decisione Capecchi ricevette diversi apprezzamenti e si guadagnò l’appellativo di “danese” per la decisione assunta di farsi immediatamente da parte.