Il concetto era giusto e il gesto doveroso. Non si può e non si deve tacere di fronte al vicepresidente del Senato che insulta gratuitamente un ministro. Non è ammissibile nel 2013 si debba ancora sentire un becerismo che l’umanità sperava di essersi lasciata alle spalle, ma non si può neppure usare la volgarità contro il razzismo perché l’indignazione, per le parole di Calderoli contro il ministro Kyenge, perde di incisività. Così all’Olimpico, nella festa dei 10 anni di carriera dei Negroamaro la chiusura del concerto con la frase di Giuliano Sangiorgi è apparsa stonata:
“Permettetemi di chiudere con un’osservazione; la pelle non conosce colori. Ditelo questo a quell’orango, che è uno s*****o”.
Peccato per la chiusura che ha levato poesia a uno spettacolo incredibile che nel colore e nella musica aveva trovato la forza di creare emozioni irripetibili.