Forse ancora non sarà l’estate calda degli altri anni, ma il sole quando esce gioca brutti scherzi. La follia e moda pericolosa ora si consuma a Livorno con il tuffo dal Ponte della Calafuria: un volo di 12 metri tra gli scogli dopo un’arrampicata in bilico sulle travi. La notizia la riporta Il Tirreno attraverso le parole di Marco, un ragazzo al secondo anno di legge:
“…Sì, c’è anche chi azzarda il volo dell’angelo: venti metri nel cielo, tra le rocce, per centrare con la precisione di un cecchino il bersaglio di uno specchio d’acqua largo forse cinque metri e profondo poco più di due. “In quel caso sì che si alza la standing ovation di tutta l’insenatura”, puntualizza Marco.”
“Ritrovarsi lassù però dev’essere tutt’altro che piacevole. E anche arrivarci è rischiosissimo. Con l’agilità di una scimmia bisogna arrampicarsi sulle travi del viadotto. Sotto c’è la scogliera, basta un piede messo male, un giramento di testa, un angolo scivoloso e si piomba giù, senza airbag. Il nostro uomo però sale spedito. Metro dopo metro, piegato come un australopiteco, arriva in zona lancio. Qualcuno, ci spiegano, si tuffa anche all’interno delle travi, proprio sotto il ponte, in uno spazio così ristretto che deve per forza andar giù a candela per non schiantarsi nel molo.”
Quando lo vieteremo? Quando ci saranno controlli sulle spiagge? Poi piangeremo ai funerali dell’ennesimo ragazzo che in un’estate torrida ha trovato la morte per una “ragazzata”?