E’ arrivata la condanna per l’imprenditore Gianfranco Bona accusato di aver ucciso il suo “amico”, il farmacista Luigi Fontana, a cui Bona doveva dei soldi. Per quell’omicidio, avvenuto a Milano, nell’aprile del 2012, il pm aveva chiesto l’ergastolo, ma il gup di Milano ha escluso la premeditazione ed ha concesso le attenuanti generiche, condannando l’uomo a 20 anni di reclusione. Gianfranco Bona aveva avvelenato il farmacista con un pesticida che aveva comprato proprio nella farmacia della vittima. Lo stesso pm, però, aveva ricevuto dei “prestiti ad usura” da Luigi Fontana, al quale doveva 270mila euro che non riusciva a saldare. Ora Bona dovrà però anche risarcire la famiglia di Fontana e il giudice ha disposto 150mila euro per la vedova e 163mila per ognuna delle 2 figlie.
Così l’avvocato di Bona: “Siamo soddisfatti per una sentenza giustamente rigorosa e a breve esamineremo le motivazioni”. Lo ha detto l’avvocato di Gianfranco Bona, Andrea Benzi, che commenta così la decisione del gup di escludere la premeditazione premeditazione e concedere all’imputato le attenuanti generiche. “In questa storia – ha voluto precisare il legale – non ci sono né vincitori né vinti, è una storia di dolore e tragedia e ritengo che ci fossero le attenuanti che sono state riconosciute”. Il giudice, ha concluso il legale, “è stato severo, giusto e coraggioso”.
driuorno
/ luglio 11, 2013L’ha ribloggato su BABAJI.