Comprensibile l’amarezza di quanti in famiglia devono combattere malattie terribili, ma a volte proprio perché si conosce la sofferenza sarebbe meglio combattere la guerra senza passare dalla parte del torto. il Movimento Vite Sospese, un gruppo nato a sostegno del Metodo Stamina e del suo promotore Davide Vannoni, si difende insultando la rivista Nature che aveva accusato di plagio e falso lo stesso Vannoni.
Come si legge sul Facebook del Movimento Vite Sospese, loro si propongono di:
“svolgere opera di sensibilizzazione presso la popolazione per la capillare diffusione della conoscenza dei problemi inerenti la cura di malattie rare e di stati comatosi e post comatosi mediante l’infusione di cellule mesenchimali adulte secondo il metodo elaborato dal prof. Davide Vannoni.”
Ma nelle ultime ore invece di rispondere in modo sereno alle accuse esibendo una documentazione scientifica, si è scelta la strada della provocazione e della volgarità, sicuramente dettata dalla rabbia e dal dolore, ma che comunque resta un gesto “impotente” di fronte alle accuse di Nature che invece sembrano muoversi su basi scientifiche.
C’è anche un video nel quale Merlino annuncia una doppia manifestazione per il 10 luglio e invita parlamentari e “professoroni” ad affrontare la sua verità, che “… quando la verità avanza, la menzogna trema. E voi, tremate?”. Chiede in uno sforzo retorico a chi probabilmente lascerà lui e i credenti ancora fiduciosi, alla solitudine di un inutile presidio, inutile inno a una speranza che sembra già tradita.
IL VIDEO CONTIENE FRASI CHE POTREBBERO OFFENDERE LA SENSIBILITA’ DI ALCUNE PERSONE
Noi in alcuni articoli avevamo anche sostenuto il movimento Stamina:
Metodo Stamina: governo dà l’ok alla sperimentazione
Sla e i primi test positivi con le staminali
Ma i continui rinvii del protocollo (che ora dovrebbe arrivare entro il 1 agosto) e i toni dei sostenitori uniti alla mancanza di una difesa su base scientifica e non su violenza verbale ci portano a riconsiderare le nostre prime prese di posizione e a formulare i nostri dubbi. Quindi restiamo in attesa di chiarimenti che possano spazzar via ogni ombra da un metodo che, se valido, non ha bisogno di essere sostenuto da volgarità, ma bensì deve potersi sostenere su dati scientifici inattaccabili. Se i primi risultati sono stati positivi, ci possiamo solo rallegrare di una vittoria della medicina sulla malattia, fermo rimanendo che un progresso deve comunque essere monitorato per un periodo di tempo abbastanza lungo per fugare dubbi di effetti collaterali o di ricadute.