L’accordo per gestire le future crisi bancarie non ricadrà sui contribuenti, ma direttamente sui cittadini. I primi a pagare saranno gli azionisti, poi obbligazionisti e infine i correntisti. Chi mette il denaro in banca deve pagare anche la cattiva gestione senza poter usufruire degli utili. Quindi se la banca è sana il correntista non percepisce un dividendo, ma se la banca è in crisi deve partecipare a risanare la banca? In Italia diciamo che i correntisti potrebbero essere relativamente tranquilli, ma gli obbligazionisti corrono rischi ingenti. CHi ha una liquidazione che ha investito in obbligazioni può iniziare a tremare, così come chi ha fatto un fondo per integrare la pensione comprando obbligazioni sicuramente non può più dormire sonni tranquilli. Ci sarà la corsa a
Con una percentuale di obbligazioni pari al 22,3% dei passivi delle banche, l’Italia è il paese europeo “leader” in questa particolare classifica. Dopo di noi l’Austria (21,9), l’Olanda (20,1) e il Portogallo (17,8). Mentre, all’estremo opposto, l’Estonia (0%), la Grecia (0,6), Malta (0,7) e Cipro (1,3). Questi dati, elaborati dal Sole24Ore, illustrano quali categorie di risparmiatori devono sentirsi meno tutelati paese per paese.
La preoccupazione degli obbligazionisti italiani sale, poiché con le nuove regole, in caso di crisi bancaria, saranno loro insieme agli azionisti a rimetterci i risparmi. Se poi consideriamo che molto del risparmio italiano è proprio in obbligazioni bancarie e che queste, in larga misura, sono in mano a piccoli risparmiatori, capiamo come sia stata minata proprio la serenità di coloro che cercavano di investire piccole somme in titoli sicuri e che ora hanno una componente di rischio che non avevano sottoscritto all’atto dell’acquisto obbligazionario.