“Chiedo scusa a Palermo, alla mia famiglia, per tutto quello che ho fatto. Da tre notti non dormo”.
Il calciatore rosanero si pente e chiede scusa dopo le accuse a Giovanni Falcone nelle telefonate intercettate con Mauro Lauricella, figlio di un boss latitante, nelle quali Miccoli definiva “fango” il giudice antimafia.
“Sono uscite cose che non penso – ha detto in conferenza stampa -. Ho sempre partecipato alle partite del cuore per onorare la memoria dei magistrati uccisi”.
Quelle parole sono state uno shock per tutti gli italiani e una delusione per tutti i tifosi della squadra siciliana che sicuramente non meritavano che il loro “uomo di punta” potesse esprimersi con un tale linguaggio nei confronti di quel giudice che ha dato la vita nella lotta alla mafia.
Anche dopo il pentimento di Miccoli resta l’amarezza.
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