Martedì sarà l’ultimo giorno di condanna per Katharina Miroslawa, l’ex ballerina polacca di night club, accusata di aver ucciso l’amante Carlo Mazza, industriale parmense, morto nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1986. L’ “amantide” soprannome dato alla Miroslawa, non ha mai smesso di proclamarsi innocente e dopo 12 anni di carcere vuole ancora riaprire il processo per provare che lei è stata condannata ingiustamente. In realtà la libertà della Miroslawa è iniziata già da molto tempo. Oggi, in un’Italia in crisi, lei è una stilista nel settore delle borse e a partecipato a un film di Serena Nono dal titolo “Venezia salva”. Per lei è già prevista anche la pubblicazione di un libro che ha scritto con il produttore Rody Mirri ‘Delitto di Carnevale’ in cui ha raccontato, secondo lei, la sua innocenza. Dopo tutti questi anni – afferma nell’intervista – sento molto il peso dell’ingiustizia che ho subito. Carlo era una persona cara e io lo amavo, non avrei mai potuto fargli del male”. L’ex marito di Miroslawa, Witold Kielbasinski, condannato a 24 anni come esecutore materiale dell’omicidio, ha tentato più volte di scagionarla: ”sicuramente il mio avvocato sentirà anche lui – spiega l’ex ballerina -, voglio che si rifaccia il processo per chiarire una volta per tutte che io non c’entro. Ne sono convinte anche le tante persone che si sono interessate alla mia vicenda, come Antonio Di Pietro. Basti pensare che con la legge attuale – sottolinea – quel concetto di concorso morale nel delitto non verrebbe nemmeno preso in considerazione”. Se riuscisse a dimostrare la propria innocenza con un nuovo processo, Miroslawa potrebbe a quel punto anche incassare le due polizze sulla vita che Mazza aveva stipulato a suo favore, per oltre un miliardo di vecchie lire: ”Non chiedo la revisione del processo per il denaro – conclude Katharina – , ma per rivendicare il diritto alla verità, voglio che le malelingue si pentano di ciò che hanno detto di me, non sono la persona che è stata descritta”.
Naturalmente la Miroslawa in questi anni ha ritrovato anche la fede, al punto che tempo fa dichiarò ”ringrazio Dio per il dono del carcere”… e vedendo ora dove l’ha portata la sua detenzione tra libri in pubblicazioni e film in uscita, forse potrebbe avere più di qualche ragione per ringraziare il carcere… potrebbe davvero essere stato la svolta della sua vita?