L’aveva anticipato nel suo ultimo confronto diretto con Alemanno: Marino, nuovo sindaco di Roma, ha le idee chiare “Nei prossimi tre mesi renderò pedonale il più grande parco archeologico del mondo”. Ora dimostra di essersi già messo all’opera al riguardo e ha spiegato che uno dei primissimi provvedimenti che intende firmare è proprio quello per rendere pedonale via dei Fori Imperiali, in pieno centro di Roma: “Pedonalizzerò i Fori Imperiali e pensavo di farlo il 15 di agosto. Il giorno prima farò l’ultimo giro con la mia Panda su via dei Fori Imperiali, dopodiché ci tornerò in bicicletta”. Via dei Fori Imperiali è una zona dall’alto contenuto storico, ma che è anche un’importante snodo di traffico nel centro di Roma e che, se chiusa, può paralizzare l’intera zona. In caso di chiusura, quindi, servirà un’alternativa altrettanto rapida per spostarsi da Piazza Venezia al Colosseo.
Problema dell’impatto ambientale vs problema del traffico dunque, perchè se storici e ambientalisti hanno le loro ragioni, ne hanno molte anche coloro che nella città devono muoversi e richiedono una viabilità semplice, non percorsi alternativi. Del resto stiamo parlando di una capitale dove, ovunque ci si muova, c’è qualche reperto da scoprire, come dimostrano anche i lavori per la nuova Metro. Ma via dei Fori Imperiali va oltre a questo: va deciso se chiuderla o no. E c’è disaccordo: la direttrice del Colosseo, Rossella Rea, chiede la chiusura perchè il traffico opera per annerire e sgretolare lo storico monumento. “Le automobili passano tra Colosseo e colle Oppio. Le trenta arcate su quel lato sono le più annerite, si vede a occhio nudo. Ma le nuove, ennesime analisi ci confermano che il travertino si sta gessificando”, ha spiegato al Corriere della Sera, proseguendo: “Le ultime analisi chimiche sono state condotte dalla Cistec per conto della Soprintendenza archeologica di Roma. Analizzata al microscopio ottico, la patina nera che abbiamo prelevato su un’intera arcata presenta stratificazioni successive con piombo e altri metalli derivanti dalle benzine non verdi dei motori a scoppio”. All’opposto, per Andrea Giardina, storico del mondo romano, chiede la situazione resti immutata: “Il problema di via dei Fori Imperiali non è soltanto molto ideologico, ma anche complicato e appassionante dal punto di vista culturale. La via è una creazione del fascismo, e il fascismo ha inventato un tipo antropologico dell’antico romano. Ossia lo stereotipo del romano marziale, disciplinato come un automa. E la spazialità che si è creata con l’apertura della via dell’Impero, che collega piazza Venezia col Colosseo, corrisponde proprio all’habitat di questo tipo umano”. E prosegue: “Mi spiego la via è concepita come una sorta di via dei trionfi, destinata a esibire la potenza militare romano fascista. Quella via ha inventato un’immagine di Roma che universalmente è considerata una spazialità antico-romana autentica. Per questo la prima domanda che mi pongo è: questa strada non è, a sua volta, un prodotto della storia? Non è essa stessa un monumento? Se si risponde affermativamente acquistano forza le opinioni contrarie alla sua distruzione” (in realtà il progetto di Marino prevede la chiusura al traffico, non la distruzione -ndr-). Ma è dal 2001 che l’agenzia della mobilità ha pronto un piano che permette la chiusura dei Fori. Era stato stilato perchè l’allora neo eletto Veltroni voleva sperimentare, nel periodo estivo, il divieto al traffico privato. L’attuale sindaco l’ha ora semplificato e vuole modificare la viabilità nelle strade intorno ai Fori Imperiali, allo scopo di evitare quei 2.135 veicoli (stando a Legambiente) che si riversano ogni ora sulla via e che, per l’81%, sarebbero di privati.