Ancora un morto italiano nelle “missioni di pace”, ancora l’Italia chiamata a piangere uno dei suoi militari impegnati su territori di guerra. Ancora quell’ipocrisia di pensare che si possa andare armati in un paese sconvolto dalla guerra e ritornare tutti sani e salvi a casa. Quanto ci costano le missioni di guerra lo abbiamo detto più volte (più di 700 mln di euro nel 2012), ma poi ci sono i morti… una vita umana è un patrimonio irrisarcibile. Eppure il governo nonostante la crisi, non limita le missioni. Quante manifestazioni sono state inascoltate? Quante volte il popolo italiano ha detto basta? Eppure l’invio di soldati in zone di guerra continua… L’attacco oggi è avvenuto nella zona di Farah, l’area più meridionale e a rischi del settore ovest dell’Afghanistan affidato al controllo dei militari italiani. Secondo le fonti ufficiali, “elementi ostili” avrebbero attaccato un Lince mentre tornava alla base dopo aver svolto un’attività congiunta con i militari afghani. Il morto sarebbe il capitano del Terzo Bersaglieri, Giuseppe La Rosa, nato a Barcellona Pozzo di Gotto e viveva a Casamassima (Bari). Il ferito più grave è il maresciallo capo dei bersaglieri (8vo Rgt) Giovanni Siero, originario di Desenzano del Garda.
Il Presidente Napolitano ha espresso profondo cordoglio e ha espresso l’auspicio che i militari feriti nell’attacco possano superare questo momento critico.
Anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Pietro Grasso, a margine di un convegno di industriali testimonia la sua vicinanza alle famiglie dei militari coinvolti nell’attentato. “Esprimo il mio cordoglio alle famiglie. Continuiamo a pagare un pesante tributo a costruire la stabilizzazione di quell’area. Faccio i miei auguri di pronta guarigione ai feriti ed invio un ringraziamento a chi opera ad Herat e Kabul dove ci sono i nostri militari”.
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha espresso “profondo cordoglio” per la morte del militare italiano. E, nel rivolgere “sentimenti di grande vicinanza alla famiglia del caduto”, ha auspicato “pronta guarigione per gli altri tre soldati rimasti feriti, sulle condizioni di salute dei quali viene tenuto costantemente informato dal capo di stato maggiore della difesa”.