Avrebbe dovuto testimoniare al processo “Archi-Astrea”, contro alcuni clan di Reggio Calabria, invece Nino Lo Giudice, tra i più importanti pentiti di ‘ndrangheta ed ex capofamiglia, è scomparso. Probabilmente manca dalla sua località segreta, dove sconta gli arresti domiciliari, già dal pomeriggio di ieri.
Detto “u nanu”, si era assunto la responsabilità dell’esplosione al portone della Procura Generale, del 3 gennaio 2010, e di quella al porta d’ingresso del palazzo in cui vive il Procuratore generale, Salvatore Di Landro, del 26 agosto successivo. Fu lui a far ritrovare un bazooka ‘destinato’ all’allora procuratore Giuseppe Pignatone a poche decine di metri dalla Procura della Repubblica. Episodi di cui si era autoaccusato come mandante, indicando anche gli esecutori materiali.
Nino Lo Giudice è anche stato l’accusatore di Alberto Cisterna ex numero due della Dna nel procedimento per il quale la stessa Dda della città dello Stretto ha poi chiesto l’archiviazione. Lotito è considerato il boss dell’omonimo clan.
Il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho ha detto in conferenza stampa “E’ una vicenda delicata sulla quale l’ufficio ha avviato le indagini che rientrano nella sua competenza . Stiamo cercando di capire, è prematuro fare ogni valutazione, dovremo accertare se si è trattato di un allontanamento volontario”.