Continuano gli scontri nel centro di Istanbul, dopo che la guerriglia urbana di ieri, che ha visto contrapposti manifestanti e forze di polizia e il cui bilancio è di decine di feriti, alcuni con fratture multiple. Se la protesta era iniziata per preservare la zona verde della città, il Gezi Park, ora si sta rapidamente trasformando in un movimento di contestazione del governo del partito islamico Akp, alla cui guida c’è il premier Recep Tayyip Erdogan. Anche questa mattina la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni, lanciandoli quando centinaia di manifestanti hanno sfilato sul primo ponte sul Bosforo. Nel frattempo la rivolta si allarga e, come riporta il sito web della Bbc, anche ad Ankara i manifestanti hanno provato a raggiungere il Parlamento. L’atteggiamento del governo, con il suo uso eccessivo della forza, è stato immediatamente denunciato da Amnesty International, che ha anche affermato che “l’utilizzo di gas lacrimogeni contro manifestanti pacifici in uno spazio ridotto dove possono comportare un serio rischio per la salute è inaccettabile e viola gli standard internazionali dei diritti umani”, concludendo: “deve essere fermato immediatamente”. L’associazione ha quindi chiesto una inchiesta sul comportamento delle forze di polizia a Gezi Park. Ma anche l’Unione europea e gli Usa hanno espresso preoccupazione per l’uso eccessivo della forza contro i manifestanti, che ora hanno battezzato la protesta ‘Occupy Taksim’, ispirandosi alle rivolte degli indignados spagnoli, inglesi e americani.
Kemal Kilicdaroglu, capo dell’opposizione, ha chiesto al premier di dare ordine affinchè vengano ritirate le forze di polizia che assediano i manifestanti, aggiungendo: “Non mettete la polizia contro il popolo. Questa gente sta difendendo la sua città”. Anche l’ordine degli avvocati si è mobilitato, appellandosi al capo dello stato Abdullah Gul affinchè intervenga per fare calare il livello di tensione presente fra manifestanti e forze di polizia e placare così gli scontri. Ma se manifestazione e gli scontri sono stati registrati, già ieri sera, anche ad Ankara e Smirne, la paura del presidente dell’ordine degli avvocati Metin Feyzioglu, citato da Hurriyet online, è che la protesta si estenda ulteriormente, continuando a provocare feriti. Intanto, per quel che riguarda la giornata odierna, nella mattinata sono ripresi gli scontri e molti manifestanti sono stati duramente colpiti dai reparti anti-sommossa quando la polizia ha preso d’assalto il parco. Sopra al parco e a piazza Taksim c’è questa mattina una nuvola grigiastra formata dai gas lacrimogeni. Nel frattempo, migliorano le condizioni di una cittadina di origini marocchine operata per una frattura al cranio e attualmente in terapia intensiva, come ha spiegato il governtaore Huseyin Avni Mutlu. Secondo Mutlu, il numero dei feriti ricoverati è di 12 persone, mentre per Amnesty International sono oltre un centinaio. In un discorso televisivo Mutlu ha anche riferito che è stata aperta un’inchiesta su 63 persone arrestate con l’accusa di aver ”provocato la violenza”. Il ministro degli Interni Muammer Guler ha spiegato inoltre che il governo sta verificato le accuse di un uso sproporzionato della forza da parte delle forze dell’ordine, accusa che era stata rivolta alle autorità turche da Amnesty International.