E’ il presidente siriano Bashar Al Assad ad affermare, in una intervista all’emittente tv libanese Al Manar di Hezbollah, che la Siria ha ricevuto la prima consegna dei missili russi anti-aerei S-300. Quindi precisa: “un’altra fornitura arriverà presto”. Era di ieri, invece, la decisione della Ue di non rinnovare l’embargo sulle armi agli insorti siriani, provocando l’ira di Mosca e Damasco. La reazione, in Israele, è stata di rabbia quando ieri il Cremlino ha confermato la decisione di dare corso al contratto, siglato da qualche anno, e di consegnare le temibili armi “difensive” che rischiano di mettere seriamente a rischio le abituali incursioni nello spazio aereo di Siria e Libano che Israele è solito compiere con cadenza quasi quotidiana e che, non di rado, si concludono con bombardamenti. Nonostante la decisione presa dalla Ue, però, questi missili non sarebbero soggetti all’embargo in quanto non possono essere usati nella guerra civile e niente hanno a che fare con la decisione europea di sollevare l’embargo delle armi alla Siria per consentire ai paesi che lo vogliano di rifornire i ribelli. Per Mosca, queste armi non sarebbero dunque altro senon “un deterrente contro le teste calde”, ma questo non è servito a placare gli animi. Netanyahu, al riguardo, non ha perso l’occasione per ricordare come, contro il suo Paese, siano puntati “decine di migliaia di missili”, rivendicando poi il diritto di colpire chi e quando vuole in forza della sua superiorità militare. MA non è stato l’unico. A The Guardian un altro ufficiale ha infatti dichiarato:
“C’è una grande confusione, alcuni dicono che i missili sono già là, altri che li aspettano da un momento all’altro. Stiamo cercando di capire esattamente la situazione perché al momento non lo sappiamo. Questa mossa cambierà certamente l’intera dinamica (del coinvolgimento d’Israele nel conflitto siriano). Ed è principalmente il risultato della disgraziata decisione europea di togliere l’embargo, non so se la spedizione dei missili è il risutlato di quella decisione, ma ha dato ai russi il pretesto per andare avanti e fare quel che volevano fare fin dall’inizio. Se avevano qualche dubbio sui temi, l’UE glieli ha risolti. Di sicuro, non penso che Israele conti molto per i decisori europei”.