Rosaria Aprea torna dal compagno che l’ha picchiata: l’avvocato abbandona

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L’aspirante Miss Rosaria Aprea, che era stata picchiata dal suo uomo e ricoverata d’urgenza all’ospedale dove le è stata esportata la milza, dopo esser stata dimessa ha scritto una lettera al compagno Antonio, che già in precedenza aveva difeso e perdonato. Il suo avvocato, Carmen Posillipo, presidente dell’associazione per i diritti civile di Marcianise, ha quindi deciso di abbandonarla. “Soltanto ieri ho capito che Rosaria aveva cambiato idea. Devo seguire la mia etica professionale, non condivido le sue scelte. E non voglio assistere all’anteprima di un omicidio”. Rimette il suo mandato dunque l’avvocato, ma il gesto è soprattutto uno scontro di mentalità: non può passar sopra a una simile violenza, nè accettare una scelta che, ne è certa, sarà solo l’anticamera di un dramma. E’ una situazione paradossale quella che si è delineata, proprio nei giorni dell’allarme femminicidi, con casi gravissimi avvenuti anche nelle ultime ore con la morte delle vittime. La 21enne Rosaria, mamma di un bimbo di un anno, era finita in carcere il 12 maggio scorso a segioto dei calciti inflittigli dal suo fidanzato, il 27enne  Antonio Caliendo. E’ lei ad accusarlo e la squadra mobile lo arresta per lesioni gravissime. Per giunta lui non l’ha neanche soccorsa dopo l’aggressione. 15 giorni in ospedale, due interventi, il ricordo di violenze precedenti. Poi le dimissioni e quel messaggio sul social network: “Mi manchi, puffo”. Intanto il suo avvocato poco più che trentenne la lascia, lei che è una tosta e non riesce neanche a concepire l’ipotesi della violenza su una donna. “Sono specializzata in diritto di famiglia — spiega la legale — e l’idea che in questa storia può andarci di mezzo un bambino di un anno mi fa venire i brividi. A questo punto dovremmo presentare la querela di parte e chiedere i danni oppure costituirci parte civile. E invece Rosaria vuole essere seguita come dice lei e continua a ripetere che ama Antonio e che lo perdona. Continua a chiedere quando uscirà dal carcere e a minimizzare l’accaduto”. Son svanite nel nulla le ultime due settimane, tace anche la madre Carla, che fino a qualche giorno fa era decisa ad affrontare il padre del nipote se avesse ancora osato riavvicinarsi a Rosaria. Ma la ragazza ama Antonio, quell’uomo violento per gelosia che l’ha picchiata anche ad un concorso di miss a Pesaro ma l’ha anche colmata di attenzioni e doni costosi, come un’auto Smart con la carrozzeria personalizzata con i pupazzi di “Hello Kitty”. A “fare” la coppia c’è un figlio, una convivenza progettata ma non realizzata, agressioni e la famiglia di lui che, eccettutata una visita della sorella avvocato, non si è mai scusata per l’accaduto. L’avvocato rinuncia vedendo come la sua assistita sia voltata di nuovo verso Caliendo salvo, ieri sera, presentarsi di nuovo allo studio dell’avvocato Posillipo, la implora di continuare a seguire il suo caso. Ma il legale non può: la scelta deontologica è fatta.Cos’è scattato nella mente della ragazza? Cosa spinge una donna a tornare tra le braccia del suo aguzzino? Che speranze o vane illusioni può ancora maturare?
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2 commenti

  1. Il perdono va bene come fatto interiore, ma esteriormente esistono delle leggi ben precise. Il primo passo l’aveva fatto con la denuncia, ma è stato solo un primo passo non basta. Dove rimane l’amore e il rispetto verso se stessi? Rimettendosi di nuovo assieme non aiuta né lui (che non cambierà l’atteggiamento violento se non si curerà) né se stessa (che si rimette in situazioni pericolose) né tantomeno il loro bambino che invece andrebbe assolutamente protetto da un ambiente decisamente diseducativo. Non è amore questo! Mi auguro che cambi nuovamente idea.

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    • Purtroppo, da quanto traspare, sembra improbabile scelga nuovamente di allontanarsi da lui, nonostante non sembri troppo esagerata la previsione dell’avvocato che parla di un omicidio annunciato. Sarebbe interessante capire da cosa sorge questa forma di “dipendenza” che ti porta a condivivdere la tua vita con una persona violenta. No, pienamente d’accordo, non è amore e manca totalmente il rispetto per se stessi. E quello che forse meraviglia maggiormente è il silenzio della madre che fino qualche giorno fa le consigliava di andarsene da lui. Sembra quasi una rinuncia alla speranza. Che almeno il bambino possa “salvarsi” da un simile clima.

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