Non dovrà più esistere il reato di offesa al presidente della Repubblica, questa è la battaglia che si prefigge di portare avanti Beppe Grillo. E’ una battaglia contro il diritto di espressione. Nell’anticipare la presentazione del ddl al Senato (lo stesso annunciato anche alla Camera), Grillo sosteneva che Napolitano sarebbe stato d’accordo nel cancellare quella norma, per lasciare alle spalle definitivamente l’eredità del regime fascista (“Una legge del Codice Rocco che tutelava Mussolini e il Re”) e per consentire a tutti di esternare il proprio pensiero liberamente, anche quando riguardi il presidente della Repubblica.
Già la polizia postale era stata messa al lavoro per ricostruire la rete dei denigratori del presidente della Camera, Laura Boldrini, perquisendo le abitazioni e i computer dei presunti autori di fotomontaggi fake che la ritraevano su una spiaggia di nudisti.
Trovare quindi un confine che tuteli l’istituzione, ma che lasci libero il diritto d’espressione… perché in Italia si è totalmente incapaci di autolimitarsi? Perché c’è la necessità di garantire le istituzioni con leggi ad hoc? Perché forse, tanto tempo fa, si è rotta la catena della fiducia reciproca. Le democrazie di fondano su un “patto sociale” e questo patto dovrebbe essere rispettato da tutti.