La strage degli innocenti vittime della crisi economica?

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Una donna che getta i suoi bambini di sei e tre anni dalla finestra e che davanti alla polizia confessa:  “Non ce la facevo più”. Questa è l’Italia del nord, siamo a Busto Arsizio, una località non molto lontana da Varese, dove nell’immaginario collettivo c’è il Grande e Potente Nord, fatto di aziende e di grandi prospettive… ma proprio la crisi qui ha falcidiato la popolazione, l’ha resa fragile, depressa, incapace di affrontare la quotidianità con una speranza di un futuro diverso. Così avvengono le stragi degli innocenti vittime della crisi economica, così si uccide l’anima e il futuro del popolo italiano. Il governo pensa all’Imu, a una rata che per il momento è solo rinviata… poi si penserà a redistribuirla. Ed è questa incertezza costante che spezza i nervi di chi non riesce ad arrivare invece alla fine del mese… quel poi si vedrà che ormai è letto solo come una minaccia e non più come una speranza. Oggi sono due bambini a essere stati gettati nel vuoto… condannati dal gesto folle della madre incapace di regalare una serenità a cui hanno diritto tutti i figli. Un volo di circa 7 metri e poi “l’atterraggio”, lo schianto sul terrazzo del primo piano del condominio situato al civico 7 di viale Boccaccio.  Un dramma che non è più di una sola famiglia, ma di un popolo intero che sta gridando aiuto e resta inascoltato. Poi si parlerà di follia individuale, di stress personale, di malattia psicologica di una madre… in realtà dobbiamo interrogarci sul clima che si vive in questo che non è più un Paese, ma una guerra costante tra tasse, casa, disoccupazione, pensioni, scuola… il sistema collassa e insieme a lui la nuova generazione, vittima innocente di decisioni politiche ed economiche aberranti.

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3 commenti

  1. La follia della disperazione che ti fa perdere la ragione mentre intorno a te la gente e’ indifferente al dramma che stai vivendo….

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    • Il problema di fondo è che un tempo poteva essere una crisi personale, ora ha delle connotazioni sociali a causa di questa forma di precarietà costante.

      Rispondi
  2. L’ha ribloggato su BABAJI.

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