E’ l’ennesimo atto di violenza. E’ quella tragedia che scaturisce dalla rabbia incontrollata e dalla perdita del controllo. Come si può colpire la propria compagna riducendola in fin di vita spappolandole la milza?
La vicenda questa volta è accaduta a Macerata Campania, località a pochi chilometri da Caserta. Lei è Rosaria Aprea. Lui Antonio Caliendo. Lei è la madre di suo figlio. Lui è il torturatore. Lei è la vittima. Lui è il folle che era già noto per lesioni personali, ingiuria, violenza privata e violazione di domicilio.
E’ la mezzanotte passata quando Caliendo, insieme alla sorella, che è anche il suo avvocato si reca alla Polizia di Casapesenna e si costituisce. Poco prima ha preso a calci e pugni la sua compagna… con il futile motivo della gelosia. Ma non era la prima volta che accadeva. Nel 2011 Rosaria aveva partecipato a un concorso di bellezza a Pesaro e rimase già vittima della violenza dell’uomo. Gli episodi erano così frequenti che la madre della giovane aveva cercato più volte, ma invano, di convincerla a interrompere la relazione. Rosaria stanotte ha subito due operazioni, una per l’asportazione della milza e un’altra resa necessaria per fermare un’emorragia surrenalica.
La miss vittima del fidanzato geloso? No, una donna, una madre aggredita da chi la doveva proteggere, dal mostro che abitava nelle sue stesse mura!