Fioroni ha preparato un’interrogazione parlamentare per capire se la gestione dei soldi pubblici dati ai gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle sia gestita, da un non eletto come Beppe Grillo. Come spiega Andrea Malaguti su La Stampa:
In sostanza: perché Grillo, un non eletto, ha potenzial- mente nella propria diretta disponibilità circa la metà de- gli oltre due milioni e mezzo di euro destinati annualmente al Movimento per il funziona- mento delle attività di Palazzo? La risposta è contenuta con chiarezza tra i 21 articoli dello Statuto stesso: per la comunicazione. Che storicamente rappresenta circa il 50% del budget dei gruppi. Grillo pretende di gestirla personalmente. Di scegliere a chi affidarla. E per questo ha chiesto, nel Codice di comportamento degli eletti, un impegno vincolante e scritto a tutti i suoi 163 parlamentari, ottenendo adesione unanime. Perfetto. Ma la domanda è: poteva farlo? È questo il senso dell’interrogazione di Fioroni. Che si porta dietro un corollario politico non irrilevante: se Grillo utilizza soldi pubblici per la propria comunicazione politica, non fa un’operazione identica a quella dei giornali di partito? Usa soldi della collettività per fare informazione?
In un altro passo Malaguti ricorda:
Oggi è la segreteria del Gruppo parlamentare a erogare gli stipendi ai dipendenti dello staff comunicazione (2.500 euro ai responsabili di Senato e Camera Messora e Biondo, 2.000 euro per gli altri), ma il testo non chiarisce se Grillo possa avocare a sé l’intera pratica. Per altro, sempre ipoteticamente, senza rendicontarla. L’articolo 4, intitolato «l’assemblea», spiega infatti: «(…) devono essere deliberate dall’Assemblea tutte le spese che, unitariamente o per voce omogenea, superano i centomila euro. Tutte le voci di spesa comprese tra i diecimila e i centomila euro dovranno essere comunicate all’Assemblea con cadenza almeno trimestrale».
C’è da ricordare che questo è un tema molto caro a Fioroni che è stato indicato da Lusi come destinatario di ingenti somme di denaro. Poi Lusi è stato indagato per false accuse e calunnia al danno di Fioroni per queste dichiarazioni.