Era aprile dell’anno scorso quando Ivan Forte, 27 anni, uccide la compagna Tiziana Olivieri, 40 anni a Fontana di Rubiera, nel Reggiano, strangolandola e appiccando fuoco alla loro stanza da letto per cercare di cancellare ogni prova mentre nella stanza a fianco dormiva il loro bimbo di undici mesi. Dopo un lungo interrogatorio Forte confessò il delitto e fu incarcerato, ma ora a distanza di 12 mesi non essendo stata fissata la data della prima udienza, il ragazzo può tranquillamente uscire dalla prigione.
La procura di Reggio in realtà aveva chiesto per Ferro il giudizio immediato, ma non è stato poi disposto dal Gup. In concomitanza con la scarcerazione il giudice per le indagini preliminari di Reggio, Antonella Pini Bentivoglio, ha disposto per lui l’obbligo di dimora a Castrovillari, in Calabria, casa dei familiari.
Ferro ha anche l’obbligo di firma tre volte a settimana davanti alla polizia giudiziaria e non potrà uscire dall’abitazione nelle ore notturne.
Rabbia e sconcerto tra i familiari della vittima. Al ‘Carlino’ il fratello della donna uccisa, Alessandro Olivieri, ha detto: «È libero anche di venire ad ammazzarci, di portare via suo figlio; tanto, che cosa ha da perdere questo ragazzo? Ha già confessato un omicidio, che cosa gli cambia? Lo Stato ci ha abbandonati, questa è una vergogna».