Cosa significa essere oggi italiani? Che prospettive si hanno nel futuro? Come vogliamo che sia l’Italia tra 20 anni? Forse quello che non vogliamo è seguitare a leggere scritte come quella apparsa nella notte a Padova sul muro del liceo scientifico Cornaro: «L’Italia non è meticcia, Kyenge rimpatriata subito».
Lo spray che diventa un arma con cui attaccare chi è diverso.
D’altra parte il processo d’integrazione non è facile, non lo è mai stato. Significa comunque perdere un po’ della propria identità per arricchirsi della cultura degli altri. Significa essere capaci di accogliere un universo nuovo, senza sradicare il proprio.
Integrazione dovrebbe essere sempre sinonimo di arricchimento, ma il più delle volte diventa condivisione di una povertà di ideali e di una lotta alla sopravvivenza tra poveri. Avere un ministro di colore potrebbe essere un passo in avanti, una visione diversa, il superamento dell’individualismo… ma purtroppo la linea che si vuole imporre è quella ancora una volta una scelta “calata dall’alto”. E’ deplorevole chi ha rivolto offese prive di significato contro Cécile Kyenge, ma è assurdo pensare oggi, in una crisi profonda come quella italiana, di poter dare la cittadinanza a chi nasce sul nostro territorio. Non perchè non sia giusto, anzi è inacettabile non farlo, ma non si può operare una scelta dall’alto che ricada principalmente sulle classi più disagiate. S’innesca immediatamente un odio verso gli stranieri che a quel punto avrebbero pieno diritto di chiedere al pari di un italiano scuole, lavoro, case, sanità pubblica. Sono costi che oggi non possiamo sostenere. Il problema è che prima di dare una cittadinanza bisogna creare un sentimento di patria in queste persone… insegnare che l’Italia non è la terra delle grandi opportunità, è un Paese che non riesce a mantenere i propri cittadini, che essere italiani oggi significa per molti lottare contro il disagio economico e la difficoltà di occupazione.
Essere italiani significa avere o tendere ad avere una parità tra uomo e donna (cosa che molte loro culture rifiutano profondamente), essere italiani significa avere un passato fatto di fascismo e di liberazione… essere italiani è complicato e complesso… è stare al centro del mondo e sentirsi schiacciati dall’Asia e dall’America.
Allora c’è qualcuno tra gli stranieri che sinceramente, nel profondo vuole iniziare a lottare per migliorare il paese? Dare la cittadinanza non è solo avere più diritti, ma anche avere dei doveri morali ed etici verso un altro paese… una terra che difficilmente si sentirà come patria, ma molti la sentiranno come luogo da “sfruttare”, proprio perchè non si sentono radicati su un territorio se prima non insegniamo cosa comporta essere nostri cittadini.
Gli italiani stessi stanno perdendo il sentimento di Patria. Come possiamo aspirare a insegnare agli altri quello che noi stiamo disimparando? Forse è più logico ora iniziare ad avviare un processo d’integrazione che parti proprio dai valori che possiamo condividere insieme, un dialogo per capire cosa possiamo arricchire tra culture così diverse e cosa a cui ognuno deve rinunciare. Poi saremo pronti ad accogliere, senza scritte e senza pregiudizi, coloro che vorranno partecipare attivamente a creare una nuova Italia.
pd valdengo
/ Maggio 2, 2013Reblogged this on .