E ‘ possibile, è probabile, forse sta diventando certo. Il partito è chiaro che lo sta silurando in ogni modo possibile, il Sel è più vicino ai grillini che al Pd e la base è contro di lui. Cosa resta a Bersani? La certezza di aver perso portando avanti le sue idee. Di non essersi piegato, di non aver ascoltato e di non aver dialogato… di non aver fatto partecipare al suo progetto il partito, i cittadini e soprattutto di aver scelto l’alleato più sbagliato e compromesso che possa esistere al mondo: il corrotto Silvio Berlusconi, che ne esce ringiovanito e rinvigorito da così tanto squallore. Bersani abbracciato ad Alfano, un pugno in faccia agli italiani, una pistola alla tempia per chi sognava un Paese di Sinistra. Sinistra che non è il “sole dell’avvenire”, anche perchè a questo punto neppure con la bomba nucleare riaccendiamo la luce nel cuore di quegli italiani che alla politica ci tengono, che la passione di vedere una legge che nasce e poi cambia e si modifica attraverso l’iter parlamentare e alla fine si applica e consente una qualità di vita migliore ai cittadini è come un piccolo seme da cui nasce un albero (quell’Ulivo che oggi si è seccato definitivamente e ha mandato al rogo Prodi).
Bersani se va? Forse il partito risorge, forse l’Italia può continuare a sperare che non c’è proprio bisogno di smacchiare il giaguaro sono solo da candeggiare gli animi di certi dirigenti di partito!