Da odiato ad amato… Stefano Rodotà piace ai grillini, ma probabilmente piace molto meno al loro leader Beppe Grillo. Inserito più volte nella lista nera dei pensionati d’oro, il costituzionalista, eletto la prima volta in Parlamento nel 1979, come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, ora si è imposto alle Quirinarie. Che sia uno della casta non ci sono dubbi, ma a differenza di molti suoi colleghi Rodotà, sembra proprio, che sia riuscito a rimanere immacolato.
Dalle accuse alla gloria. Stefano Rodotà è diventato uno dei candidati al Quirinale preferiti dai militanti del Movimento 5 Stelle dopo che, in più di qualche occasione, Beppe Grillo lo ha inserito nella lista dei “maledetti” dalla pensione d’oro. I vecchi post del comico genovese non lasciano adito a dubbi. Il costituzionalista che riscuote oggi tanto successo alle Quirinarie degli attivisti grillini, eletto per la prima volta a Montecitorio nel 1979, come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, è finito nel mirino di Grillo dal 2010. Il leader 5 Stelle lo ha inserito, infatti, insieme a Walter Veltroni, Nicola Mancino, Eugenio Scalfari, Rosa Russo Jervolino, Pino Rauti, Vittorio Sgarbi ed altri, nell’elenco dei maggiori privilegiati della Casta dei politici.
In un post dal titolo “Maledetti, non vi pensionerò!”, il 6 luglio 2010, Grillo scriveva nel suo blog:
I parlamentari che chiedono sacrifici agli italiani non sono stati capaci di eliminare l’odioso privilegio dei 30 mesi per il diritto alla pensione e di mettere un tetto massimo. Perché un parlamentare deve ricevere quasi 10.000 euro al mese? In base a quale diritto? Il tetto massimo va ridotto a 3.000 euro lordi al mese. In caso contrario ogni cittadino non deve più versare un centesimo all’Inps.
E tra i tanti esempi che faceva vi era anche la Pensione di Rodotà pari a 8.455 euro al mese.
Ed era 18 luglio 2011 quando il leader del M5S tornava ancora una volta a condannare l’assegno del Professore scrivendo:
Ci sono circa 19 milioni di pensionati contro qualche decina di milioni di italiani che invece in pensione non ci andrà mai. E’ il “pension divide”. Chi ha avuto ha avuto. Chi continuerà a dare non avrà mai nulla. E’ necessario introdurre un tetto pensionistico massimo (3.000 euro?) per chi già percepisce la pensione e garantire a tutti la pensione dopo 30/35 anni di lavoro. C’è gente in pensione da quando aveva 45/50 anni, parlamentari che hanno maturato la pensione dopo una legislatura. Doppi pensionati. Assessori regionali con pensioni d’oro. Questo sconcio è ormai intollerabile.
Ora, come un vero leader democratico, abbassa la testa alla volontà del voto espresso dal suo Movimento e se anche a lui non piace, permetterà ai grillini di votare, qualora ci sia l’opportunità di farlo, anche l’odiato Stefano Rodotà. Sembra proprio che la politica dovrebbe a volte prendere esempio da alcuni comportamenti di Grillo.