Si chiama autocomplete ed è il sistema che ci aiuta nelle ricerche con google. E’ quel suggerimento che si viene a comporre quando effettuiamo una ricerca nel più importante motore di internet. Naturalmente il sistema si basa sull’attività di ricerca di tutti gli utenti del Web e i contenuti delle pagine web indicizzate da Google. Poi naturalmente ci sono dei filtri che eliminano i contenuti che possano essere violenti o offensivi o incentivare l’uso di siti con contenuti pirata.
Quello che emerge è una serie di luoghi comuni e di frasi fatte che svettano in classifica quando inseriamo nella ricerca il nome di un politico:
Tutti questi esempi ci mostrano come sia sempre più facile spostare nella mente dell’elettore una credenza politica. Si può pensare anche che ci siano persone addette a immettere determinate frasi nel web fino a quando queste ricerche non siano indicizzate e vengano quindi riproposte agli utenti anche a fini elettorali. Manovrare un sistema di ricerca non è poi così complesso per chi sa addentrarsi nei meandri del web e poi “pilotare” le nostre ricerche fornendoci già una prima opinione sul politico che stiamo cercando.
Su alcuni nomi poi è indiscutibile vedere che ci sono anche frasi offensive che non sono state rimosse, dubbi che vengono instillati nella mente persone che solo tramite la ricerca vengono a porsi interrogativi fuorvianti che altrimenti non avrebbero mai pensato e spesso le risposte non sono così puntuali. E’ stato o può divenire un modo di pilotare il voto?