Tra 4 giorni ci sarà un verdetto, ma questa è stata la settimana dell’avvocato difensore di Sabrina Misseri, che ha accusato di essere “illegali” i metodi usati per condurre le indagini, ossia il fornire delle prove che suggerissero le risposte a Misseri che, per la difesa, è costantemente “a due velocità”. Il difensore allora incita Michele a parlare, una volta per tutte, senza essere imboccato o “tirato per la giacchetta”. L’avvocato si scaglia inoltre contro il metodo interrogatorio, in quanto tutti i testimoni sono subito stati interrogati come tali senza mai essere considerati possibili indiziati. Per il legale le due cugine non sono mai state rivali in amore e men che meno bisogna parlare di Ivano come colui che dispensa coccole: Sabrina non è una mangiauomini che aveva bisogno di far sparire una ragazzina possibile concorrente, è innocente e dev’essere restituita alla libertà. Ecco dunque che sembrano crollare le due colonne portanti del processo alla ragazza: la gelosia e le accuse mosse dal padre Michele. Il processo, fin qui, in mancanza di tangibili prove certe, continua ad essere giocato sulle parole.
E zio Michele? Nel frattempo afferma che la moglie Cosima l’ha già perdonato quando si è recata a parlargli in carcere e lui “ha spiegato”. Eccolo quindi ancora pronto ad immolarsi per le sue due donne assumendosi tutta la responsabilità dell’accaduto. Si è commosso seguendo la difesa della figlia, affermando di ascoltare un racconto che gli ha fatto ripercorrere il reale svolgimento dei fatti, con una figlia vittima innocente che rischia di essere accusata per un atto da lui commesso. Conferma ancora una volta la sua ultima versione, quella in cui si autoaccusa dell’omicidio.
E la madre di Sarah? Concetta attende ancora giustizia per la figlia e si dichiara certa della colpevolezza delle due donne, non per idea sua, ma perché questo dimostrano le prove e le testimonianze raccolte.
Sabrina, al banco degli imputati, ripete la sua innocenza e afferma che la frase “si vende per due coccole” era un’espressione comunemente usata parlando di Sarah, in tono affettuoso, per tutelare la cugina evitando le voci che animano la vita di un piccolo paese. Riguardo al suo rapporto con Ivano, con il quale ha avuto un rapporto sessuale del quale la più piccola era all’oscuro, ribadisce inoltre che c’era un’attrazione fisica ma che non ha mai pronunciato la parola “amore” parlando del ragazzo. Sara per lei era una sorella e non sarebbe stata in grado di sopportare il peso di un simile delitto.
Il “delitto di tinello”, citando Meluzzi, non ha ancora fatto luce sul reale svolgimento dei fatti ed il processo per ora mostra solo debolezze e nessuna certezza, motivo per il quale non è da escludere che un’eventuale sentenza di condanna possa essere completamente ribaltata in seguito. L’unica certezza è che Sarah è uscita di casa per andare a casa della cugina e non ne è più uscita.
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