Renzi, forse stanco delle polemiche sulla sua partecipazione ad Amici, ha deciso di postare il video sul suo profilo Facebook e di chiedere alle persone di commentare. In due ore sono piovuti 1856 messaggi.
C’è chi scrive: «Matteo amico-di-Maria: ero molto perplessa sulla sua partecipazione, in realtà ascoltando quello che poi ha detto capisco la necessità di parlare anche a quel pubblico, senza snobbismi inutili. Discutibile il chiodo e il jeans-avvolgipacco». Ma anche: «Fantastico e grande come sempre». Poi ci sono state le critiche: «No, non ho davvero apprezzato! La partecipazione in sè, le cose dette( un pò troppo slogan) nè il look (quel chiodino inguardabile). Peccato perchè io in Renzi ci credo, mi piace come sta facendo il sindaco e mi piace il suo progetto politico». Quindi elettorato diviso come al solito. Il problema come al solito però non viene centrato. E’ importante andare in qualsiasi trasmissione, parlare con ogni elettore, avvicinarsi ai “nemici politici” senza fare le guerre tattiche a distanza… il problema semmai è se si riesce a far tutto questo senza cadere nel “compiacere il pubblico che si ha di fronte”. La linea di Renzi per lo più riesce sempre a uscirne indenne dalla mannaia mediatica che estrapola frasi e condanna su singole parole e anche in questo caso sembra che il Sindaco di Firenze (eccezion fatta per quel chiodo) ne è uscito a testa, piuttosto sono i suoi colleghi di partito ad essere a disagio a parlare ai sogni dei giovani. E’ quella parte di “apparato” che si forgia di avere un linguaggio e una comunicazione semplice e di comunicare con il “popolo” a non capire che non basta un intercalare dialettale o un luogo comune per sintonizzarsi con le persone. Serve parlare al “loro futuro, ai loro sogni, alle loro prospettive”. Che dire giovane non significa nulla, che la complessità è più ampia di quello che loro possono immaginare e quindi come possono comunicare con ciò che non conoscono?