Spunta una nuova versione dell’uccisione dei due pescatori indiani al largo di Kokhi, il 15 febbraio 2012 e per la quale sono sotto processo i due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Dalle indiscrezioni emerse dal rapporto dell’ammiraglio Alessandro Piroli, il più alto ufficiale in grado inviato in India all’indomani dei fatti, a uccidere non furono i colpi partiti dai fucili di Latorre e Girone, ma di altri due militari.
Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, i 4 proiettili analizzati (due trovati sul peschereccio e due nei corpi dei due pescatori uccisi) sarebbero risultati di calibro Nato 5,66mm, fabbricati in Italia, ma i fucili dai quali sono partiti i colpi mortali non sarebbero quelli di Girone e Latorre, bensì di altri due dei sei membri del Nucleo del Battaglione San Marco.
manufz
/ aprile 6, 2013Sta di fatto che erano in acque internazionali: che siano stati loro o no, devono essere giudicati in Italia PER LEGGE.
tuttacronaca
/ aprile 6, 2013Assolutamente, è quello che tutti auspichiamo, proprio nel nome di quella giustizia che non dovrebbe prevedere l’impiego di capri espiatori.
pd valdengo
/ aprile 6, 2013L’ha ribloggato su .
Salvatore Giuseppe Fratianni
/ aprile 7, 2013questa è una versione, ma la versione del Comandante in II^ della Enrica Lexie? del conflitto a fuoco tra un peschereccio e la Guardia Costiera Indiana di cui si è parlato contestualmente all’ordine di entrare nelle acqua territoriali indiane è attendibile ?
tuttacronaca
/ aprile 7, 2013Credo al momento il fatto interessante sia l’essere venuti a conoscenza delle perizie balistiche: almeno abbiamo la certezza che, anche in mancanza della legge riguardo le acqua extra territoriali, i due marò non dovrebbero trovarsi in India in questo momento