L’Italia si è appena recata alle urne. Il Pd ha pagato lo scotto degli errori commessi in campagna elettorale e, soprattutto, lo scandalo MPS portato alla luce. Tra giaguari e tacchini, tra rivoluzioni e “fuori tutti”, quella porta è rimasta socchiusa, ma qualcosa continuava a ribollire. Nel migliore stile italiano, ci deve “scappare il morto” perché l’attenzione mediatica torni a puntare l’attenzione. Bersani ha rinnovato oggi i suoi otto punti, e tra questi spiccano: conflitti d’interessi e legalità, temi cari a tutti gli italiani che ogni giorno escono di casa per recarsi ad un lavoro che permetta loro di arrivare degnamente a fine mese (gli “eletti” che ne hanno la possibilità, almeno, perché al giorno d’oggi un contratto è un lusso). Ed ecco che una manciata di ore dopo una vita viene stroncata, schiantata sull’asfalto, schiacciata da una storia di cui molto resta ancora da scoprire. David Rossi era una figura di spicco del Monte Paschi, braccio destro di Mussari per anni, capo della comunicazione, colui che è riuscito a creare l’aura glamour per il quale la banca era conosciuta. Ora si è girato lo specchio: dopo innumerevoli piccoli imprenditori che si sono tolti la vita a causa della gestione delle banche, per la prima volta è qualcuno dell’”altra parte” a compiere il gesto estremo. Non un indagato, nonostante da giorni si rincorrano le voci di un suo possibile inserimento nel registro della procura, ma una persona che ha subito le perquisizioni della Guardia di Finanza. Rossi ha lasciato solo poche parole di spiegazione: “Ho fatto una cavolata”, ma ancora non è dato sapere di cosa si tratti e le supposizioni sono inutili. Il suo sangue brilla ora in questo buco nero che ha inghiottito la legalità delle alte sfere italiane mentre il fronte giudiziario continua ad allargarsi. Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale della Toscana, è stato ascoltato ieri come persona informata dei fatti e si scava sul presunto patto di spartizione siglato dal coordinatore del Pdl Denis Verdini e dall’ex sindaco di Siena del Pd, Franco Ceccuzzi. Come se non bastasse, si sentono le prime voci di intercettazioni telefoniche scottanti anche se dalla procura di Siena non ci sono state fughe di notizie. I politici ora si dividono fra chi freme e chi teme, tra uno “che viene dalla benzina” e un altro che gira mascherato e ha costruito parte della sua campagna elettorale sul prestito da 4 miliardi di euro sottoscritto dallo Stato per salvare Rocca Salimbeni, in questo sì, in accordo con un Pdl che da parte sua scende in piazza contro la magistratura. L’unica cosa certa, ora, è che dopo “lacrime e sangue” richiesti ai cittadini, ora c’è stato il primo sangue versato da chi sta dall’altro lato della barricata, qualcuno che forse ha solo riposto fiducia nelle persone sbagliate. Tangentopoli potrebbe essere di nuovo in mezzo a noi, e non abbiamo più nessuno in cui riporre fiducia, perché ce l’hanno succhiata tutta in questi anni.
MPS e David Rossi: il fantasma di Tangentopoli si affaccia, insanguinato
Pubblicato da tdy22 in marzo 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/07/mps-e-david-rossi-il-fantasma-di-tangentopoli-si-affaccia-insanguinato/
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