Un po’ apprendista stregone e un po’ immerso nel mito del Golem, Karel Čapek, racconta la tecnologia che sfugge al controllo. Un inventore realizza un “carburatore” capace di trasformare la materia in energia. Nel processo viene rilasciato il “nulla” che poco a poco sarà riempito da qualcosa che assomiglia a una presenza divina. Chi vive vicino al “carburatore” vive fortissime esperienze religiose, spesso si verificano miracoli e tutto assume un aura di mistero. Queste esperienze, che coinvolgono atei e devoti, dipendono dalle credenze delle persone e spesso derivano dalle tradizioni. Effetti collaterali o meno, uno spregiudicato uomo d’affari decide di utilizzare questi carburatori come fonte di energia. Immediatamente scoppiano conflitti animati da fanatismi religiosi che mettono a repentaglio l’ordine pubblico e sociale. Ma, finalmente, un giorno, il popolo si stanca e la guerra cessa con la messa al bando dei “carburatori”.
Un racconto scritto nel 1922, ma ancora attuale nelle tematiche. Al centro della storia una tecnologia e un’industrializzazione che portano più danni che vantaggi e dove si scatenano lotte intestine che hanno come innesco solo il fanatismo religioso, l’impalpabile, il misterico.
Monique
/ gennaio 15, 2013praticamente vedeva il futuro, cioè noi!
tuttacronaca
/ gennaio 15, 2013Ottima lettura!