Nelle prime scene c’è solo l’on the road. Strade, tunnels e campagne. Alla guida dell’auto che si lascia alle spalle la civiltà c’è un uomo sofferente. Nella tasca ha una pistola e nello zaino un libro di arte e un walkman. Tutto è pronto per la morte… ma ad attenderlo c’è invece una vecchia indiana che vive in un canyon isolato. Qui imparerà a guardare il mondo con occhi diversi, qui riacquisterà la sua voglia di vita.
Sicuramente strano, a tratti allucinato e sempre reale, quasi a sfiorare il documentario. Il Messico dei paesaggi incontaminati, la vita nel deserto e una stanchezza esistenziale ci portano all’interno di una storia dal finale struggente. Il Messico è nei colori, nei “sapori”, ma soprattutto nelle parole dell’anziana meticcia Ascen che ci porta a conoscere la forza vitale celata dietro al dolore.
mkesling63
/ gennaio 11, 2013I spent a lot of time in Mexico when I was young. I liked it. It was in Baja, Mexico 150 miles south of Ensanada. Learned more there then anywhere. I lived in a house with no doors, windows, no running water, no electricity, no water heaters, outhouse, etc. It was great. Can’t say that I want to live like that all the time, but it was fun.