La Chiesa “graziata”: niente Tasi

chiesa_tasi-tuttacronacaNel testo definitivo del dl Salva roma, approvato venrdì dal Consiglio dei ministri e che dovrebbe apparire nella gazzetta ufficiale oggi, c’è scritto che la Chiesa riesce a salvarsi anche dalla Tasi, così come aveva fatto con l’Imu: “I fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto” sono esenti dal pagamento della nuova tassa sugli immobili. Esenti dall’imposta, come previsto, anche gli immobili di proprietà della Santa Sede indicati nel Trattato lateranense.  Il comma 3 dell’articolo 1 del testo che ha ricevuto il bollino della Ragioneria generale dello Stato estende di fatto alla Tasi le esenzioni previste per l’Imu, relative – si legge nella relazione tecnica al provvedimento – “agli immobili posseduti dallo Stato, nonchè agli immobili posseduti, nel proprio territorio, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni, dalle comunità montane, dagli enti del servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali”. Inoltre viene disposta ai fini Tasi delle esenzioni “già previste ai fini Imu, di cui all’art. 7 del d.lgs. n.504 del 1992 in materia di Ici”, tra cui appunto anche quelle per la Chiesa.

Toti scende in campo con FI: balletto ai vertici dei tg Mediaset

toti-berlusconi-tuttacronacaIl nuovo front man di Forza Italia sarà Giovanni Toti. Manca solo l’ufficialità ma nel frattempo, da oggi, non è più direttore di Tg4 e Studio Aperto, avendo rinunciato al suo ruolo per dedicarsi a tempo pieno al neonato partito di Berlusconi. Per questo motivo l’azienda di Berlusconi ha annunciato una riorganizzazione ai vertici dei telegiornali della rete: Mario Giordano sarà il nuovo direttore del Tg4 mentre Anna Broggiato, dal 2004 vicedirettore di Studio Aperto, assume la guida del notiziario di Italia 1. Con lo spostamento di Giordano resta vacante il vertice di Videonews, dove arriverà Claudio Branchino, che ha già diretto dal 2007 ai primi mesi del 2013, continuando a mantenere la direzione giornalistica di Sport Mediaset. In una nota si legge: “Mediaset formula i migliori auguri ai neonominati direttori, che si insedieranno lunedì 27 gennaio, e ringrazia Giovanni Toti per l’ottimo lavoro svolto in questi anni”.Nel frattempo anche Alfano presenta i suoi auguri a Toti: “Su di lui – ha spiegato il vice premier – mi sono già espresso. Non esagero nei complimenti per non nuocergli all’interno di forza italia. Ogni scelta che favorisca l’unificazione è una scelta fatta per il bene degli italiani”.

Alla Camera si vota per il decreto Imu-Bankitalia… ed è subito bagarre!

m5s-bankitalia-tuttacronacaE’ stata votata oggi, nell’Aula della Camera, la fiducia al governo posta sul decreto Imu-Bankitalia. I sì sono stati 335, 144 i no e un astenuto. Tra lunedì e martedì il voto finale sul provvedimento. Ma la votazione ha preso una piega animata quando i grillini hanno dato vita a un’autentica bagarre esponendo cartelli e sdraiandosi a terra per ostacolare l’accesso al corridoio posto sotto il banco della presidenza della Camera, percorso dai deputati per esprimere il voto ad alta voce. Luigi Di Maio, presidente di turno e a sua volta pentastellato, ha espulso dall’aula diversi parlamentari: tra questi, Massimo Baroni, Simone Valente, Stefano Vignaroli, Marco Brugnerotto. “Mi appello al buon senso, non è il caso di continuare…”, ha ripetuto più volte Di Maio prima di abbandonare il suo scranno. Ovviamente la protesta è stata documentata sui social network dai protagonisti. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, terminati i quali è ripresa la chiama dei deputati. Prima della ripresa, Di Maio ha preteso l’allontanamento dei deputati espulsi ancora presenti nell’emiciclo. Il deputato stellato Cristian Iannuzzi ha issato nuovamente un cartello ed è stato a sua volta espulso. “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, terminati i quali è ripresa la chiama dei deputati. Prima della ripresa, Di Maio ha preteso l’allontanamento dei deputati espulsi ancora presenti nell’emiciclo. Il deputato stellato Cristian Iannuzzi ha issato nuovamente un cartello ed è stato a sua volta espulso. L’iniziativa, spegano i grillini è stata presa perchè: “La foglia di fico della cancellazione dell’Imu, bacata dal verme della mini-Imu, è caduta. E ha lasciato scoperta la vergogna del regalo da 7,5 miliardi alle banche e alle assicurazioni azioniste di Bankitalia”. E aggiungono: “Il saccheggio delle riserve della banca nazionale, soldi degli italiani, si concretizza nel venerdì nero in cui gli italiani si mettono in fila per ottemperare agli obblighi di un fisco vessatorio e caotico, reso incomprensibile da decenni di interventi stratificati, contraddittori e spesso ispirati da ragioniclientelari”. E ancora: “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”.

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La protesta di Buonanno, #giùilcerone e la faccia è nera!

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Il deputato della Lega Nord Buonanno in aula si trucca con del cerone nero: “Facciamolo tutti così lo Stato ci aiuta”. Noi diciamo togliamo la maschera al razzismo e all’intolleranza con #giùilcerone

Ecco il video dell’intervento:

“Bisogna essere neri per avere diritti in Italia”, il video di Buonanno

buonanno-sitinge-tuttacronacaContinua a lanciar strali contro il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge la Lega Nord e dopo la “battuta” della deputata FI Santelli ad Agorà, “I neri sono fortunati, non si devono truccare”, arriva una nuova provocazione in Aula. Gianluca Buonanno, durante il Question time con il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, si è tinto la faccia di nero sostenendo che i rifugiati hanno più diritti degli italiani. “I nostri cittadini dovrebbero dire di essere neri per essere ascoltati. Agli italiani dico: truccatevi di nero e andate in giro a dire che anche voi volete gli aiuti che si danno ai rifugiati”.

Grana per Parolisi: indagato per le notti in caserma. E non è solo

salvatore-parolisi-tuttacronacaE’ il Corriere della Sera a rendere noto che alla caserma Clementi di Ascoli Piceno, la magistratura ha raccolto testimonianze delle vittime che avrebbero ricevuto inviti espliciti a fare sesso. Al momento, ci sono dodici indagati  fra cui lo stesso Parolisi ch esi sarebbe intrattenuto con le allieve a  “bere” dopo la mezzanotte…

Emerge lo spaccato di un mondo militare pruriginoso, dove il rigore della disciplina di caserma vacilla sull’incontro dei due sessi. Da una parte i soldati che addestrano e comandano, dall’altra le allieve che ascoltano e obbediscono. In mezzo, qualche tentazione. Il soldato Enza, per esempio, l’ha raccontata così al comandante della Clementi chiamato dalla procura a una relazione informativa: «Un giorno il caporal maggiore mi si è rivolto chiedendomi cosa gli potevo dare per sapere la mia destinazione. Dissi “nulla, aspetto altri due giorni e lo saprò”». E l’altro, sempre secondo l’allieva: «Devi offrire te stessa a me e poi agli altri istruttori. Mi devi dire se sei vergine o meno, perché se lo sei devo prendere delle precauzioni, altrimenti devo prenderne altre, ad esempio frustini…». Ma non scherzava? «Forse ma a me non piaceva». Di giorno in mensa , di sera negli uffici del plotone.

La procura ha stilato l’elenco:

«Il caporal maggiore dopo il contrappello riceveva alcune allieve con cui si intratteneva per bere e scambiarsi effusioni… G.M. dopo la mezzanotte contattava via sms l’allieva Simona invitandola a raggiungerlo in ufficio per chiacchierare e avere un rapporto sessuale… ». E avanti così, tratteggiando la caserma di Ascoli come qualcosa di boccaccesco. Naturalmente la stragrande maggioranza delle allieve non partecipava agli incontri proibiti, molte ne ignoravano pure l’esistenza, altre li rifiutavano. Come Monica: «Il sottufficiale si è avvicinato a me e mi ha abbassato leggermente la cerniera della giacca della tuta. Io mi sono allontanata riordinando l’uniforme — ha messo a verbale — Vedendomi infastidita mi ha detto che l’aveva fatto perché faceva molto caldo». Nonostante la mimetica, un argomento forte era il décolléte di Gaia. «Lui era entrato nella camerata e diceva di essere intervenuto per un problema tecnico — ha raccontato — Poi ha iniziato a dire che avrebbe preferito entrare nelle diverse camerette a trovare le volontarie in biancheria intima invece che in uniforme, infine mi ha espresso apprezzamenti sulla mia scollatura… ».

Ma non è tutto:

Poi c’è il capitolo «violenza contro inferiore, minacce e ingiurie», dove a farla da padrone è sempre il caporale G. M., rispetto al quale, in questo caso, sfigurerebbe anche il duro sergente Hartman di Full Metal Jacket, quello che chiamava l’allievo «palla di lardo». Ecco il suo vellutato sistema di addestramento: «Vi faccio sputare sangue, mi sembrate delle pecore, lo sapete cosa fa il pastore con le pecore… mi fate schifo… Tu sei una casalinga non idonea alla vita militare, hai i prosciutti al posto delle gambe, chiatta, balena… Siete delle galline, delle pappe molli, siete tutte z…», e avanti così, edulcorando e rimanendo alle espressioni più gentili.

Napolitano e la lettera contro i decreti legge con dentro qualsiasi cosa

Boldrini,_Napolitano_and_Grasso_tuttacronacaIl Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato oggi venerdì 27 settembre una lettera al presidente del Senato Pietro Grasso e al presidente della Camera Laura Boldrini, con la quale invita il Parlamento a “verificare con il massimo rigore l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione” rispettando criteri di attinenza e omogeneità dei provvedimenti. Napolitano fa riferimento al decreto cosiddetto “salva Roma” e, in genere, agli esiti dell’ingolfamento parlamentare. Come quello che si èverificato in questi ultimi giorni,  durante i quali il Parlamento ha introdotto nei decreti una serie di emendamenti che non c’entravano più nulla con lo scopo originale dei provvedimenti. Ecco il testo della lettera come riportato dal Post:

Le modalità di svolgimento dell’iter parlamentare di conversione in legge del decreto legge 31 ottobre 2013, n. 126 recante misure finanziarie urgenti in favore di Regioni ed Enti locali ed interventi localizzati nel territorio – nel corso del quale sono stati aggiunti al testo originario del decreto 10 articoli, per complessivi 90 commi – mi inducono a riproporre alla vostra attenzione la necessità di verificare con il massimo rigore l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione.

Numerosi sono stati i richiami formulati nelle scorse legislature da me – in presenza di diversi Governi e nel rapporto con diversi Presidenti delle Camere – e già dal Presidente Ciampi alla necessità di rispettare i principi relativi alle caratteristiche e ai contenuti dei provvedimenti di urgenza stabiliti dall’articolo 77 della Costituzione e dalla legge di attuazione costituzionale n. 400 del 1988.

Come è noto questi principi sono stati ribaditi in diverse pronunce della Corte Costituzionale. In particolare nella sentenza n. 22 del 2012 la Corte ha osservato che “l’inserimento di norme eterogenee rispetto all’oggetto o alle finalità del decreto spezza il legame logico-giuridico tra la valutazione fatta dal Governo dell’urgenza del provvedere e i provvedimenti provvisori con forza di legge”, valutazione fatta sotto la propria responsabilità e sottoposta a giudizio del Capo dello Stato in sede di emanazione. Conclude la Corte affermando che “la necessaria omogeneità del decreto legge deve essere osservata anche dalla legge di conversione”, riservandosi la facoltà di annullare le disposizioni introdotte dal Parlamento in violazione dei suindicati criteri.

Proprio a seguito di questa sentenza il 22 febbraio 2012 ho inviato ai Presidenti pro-tempore delle Camere una lettera nella quale avvertivo che di fronte all’abnormità dell’esito del procedimento di conversione non avrei più potuto rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, pur nella consapevolezza che ciò avrebbe potuto comportare la decadenza dell’intero decreto legge, non disponendo della facoltà di rinvio parziale. Esprimevo inoltre l’avviso che in tal caso fosse possibile una parziale reiterazione che tenesse conto dei motivi posti alla base della richiesta di riesame. La stessa Corte Costituzionale, del resto, fin dalla sentenza n. 360 del 1996, ha posto come limite al divieto di reiterazione la individuazione di nuovi motivi di necessità ed urgenza.

Rinnovo pertanto nello stesso spirito di collaborazione istituzionale l’invito contenuto in quella lettera ad attenersi, nel valutare l’ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti legge, a criteri di stretta attinenza allo specifico oggetto degli stessi e alle relative finalità, anche adottando – se ritenuto necessario – le opportune modifiche dei regolamenti parlamentari.

Approvato il Salva-Roma. E arrivano 700 milioni per lavoro e occupazione

salva-roma-tuttacronacaMattinata dedicata al decreto Milleproroghe quella ordierna al Parlamento al termine della quale il premier Enrico Letta, in conferenza stampa, non solo ha ufficializzato la procedura per la nomina a presidente dell’Istat di Pier Carlo Padoan ma ha anche annunciato una riforma complessiva del procedimento legislativo entro il 2014.  Oltre al Milleproroghe, il Consiglio dei ministri ha approvato le “norme essenziali” del decreto Salva-Roma dopo che la vicenda del dl con le “difficoltà incontrate” ha reso evidente come “in questo Paese sia essenziale una riforma complessiva del procedimento legislativo” che deve essere fatta “nel 2014”, ha detto il presidente del Consiglio, secondo cui l’attuale “procedimento legislativo non è più quello di una democrazia moderna”.  Il Cdm ha varato un “complesso intervento per salvare i finanziamenti dei fondi strutturali” che altrimenti si sarebbero persi, ha aggiunto il premier, precisando che si tratta di una riallocazione di fondi per 6 miliardi e 200 milioni. Ma Letta ha anche parlato di uno stanziamento di 700 milioni per misure a sostegno del lavoro e dell’occupazione. Il premier ha spiegato che 150 milioni vanno per le decontribuzione dell’occupazione giovanile, 200 per l’occupazione femminile e per i più anziani e 350 per interventi a sostegno della ricollocazione dei disoccupati. Gli interventi 2014 di contrasto alla povertà saranno di 800 milioni, ha annunciato il premier spiegando che sono stati ‘recuperati’ 300 milioni che si aggiungono ai 500 già stanziati a questo fine.

Domani è il giorno del “Milleproroghe”

milleproroghe-tuttacronacaDue giorni di festa sono trascorsi e domani si torna al lavoro. Lo farà anche il governo che ormai è giunto alla resa dei conti per quel che riguarda i provvedimenti economici. Dopo che il decreto Salva Roma, ormai trasformatosi in un “salva-tutti” per quanto vi era stato infilato dentro, è stato bocciato da Napolitano, c’è da chiedersi cosa accadrà. Il governo intende tentare di porre riparo a quanto accaduto inserendo i capitoli più urgenti in un altro decreto legge, il Milleproroghe: arriva a fine anno e proroga tutto ciò che non si è riusciti a fare in un anno. Il dl è in agenda per domani mattina e servirà vararlo con la massima urgenza, sia a per tamponare alcune emergenze a questo punto rimaste in sospeso, sia per fronteggiare le polemiche già esplose sul “Salva-Roma” e che non mancheranno di ripetersi. Tre temi hanno una particolare rilevanza: affitti d’oro, Salva-Roma (l’originale) e divieto d’incrocio tra stampa e tv. Non si parlerà invece delle norme sulla Tasi, la tassa sulla casa, che il governo ha fatto sapere che saranno inserite nel provvedimento sull’Imu in scadenza a fine gennaio. Come ricorda Repubblica:

Uno dei punti dolenti riguarda gli affitti d’oro, pagati dallo Stato e dalle sue istituzioni, nonostante un patrimonio immobiliare prestigioso, ampio e spesso inutilizzato o male impiegato. La questione è stata sollevata in particolare dal Movimento Cinquestelle che ha spinto alla fine anche il Pd a votare un emendamento utile a rescindere in tempi molto rapidi questi onerosi contratti d’affitto. Per poi accorgersi dell’esistenza di un altro codicillo, inserito però nella legge di Stabilità, che di fatto lo “neutralizzava”. Alla fine il Salva-Roma, come detto, è saltato del tutto, per l’intervento di Napolitano. E dunque ora la partita  –  che non può essere più ignorata, visto il pressing degli ultimi giorni e la minaccia di ostruzionismo parlamentare del M5S  –  passa al Milleproroghe.

Poi le altre due questioni calde. Da una parte le norme per “salvare” Roma dal default, motivo originario del decreto Salva-Roma, poi trasformato in un omnibus buono per saziare tutte le clientele. Il sindaco Marino le attende con impazienza (si tratta di “spostare” 400 milioni di debito sulla gestione commissariale). Dall’altra parte, la proroga del divieto antitrust per chi possiede reti televisive di acquistare anche quote di giornali. A mezzanotte del 31 dicembre scade. E tra un brindisi e un altro, l’Italia dalle mille anomalie, potrebbe ritrovarsi con un nuovo tycoon, senza averne però granché bisogno.

Rinvio invece per la casa e le norme sulla Tasi, la componente servizi della nuova imposta sugli immobili che dal 2014 sostituirà l’Imu (la Iuc). Alla fine la legge di Stabilità non ha modificato l’impianto del governo (a tre gambe: Tasi, Tari e Imu sulle seconde abitazioni) e – come annunciato oggi – non sarà modificato nemmeno dal milleproroghe. Ma i Comuni nei giorni scorsi hanno minacciato il governo di rottura nei rapporti istituzionali se non provvederà ad alzare il tetto alle aliquote (portando a 3,5 per mille quello sulla prima casa e all’11,6 per mille l’altro sulle seconde). E se non vi saranno nuove risorse (oltre i 500 milioni già stanziati) per consentire detrazioni per le prime abitazioni simili a quelle concesse con la vecchia imposta. Il ministro Delrio ha promesso che si arriverà ad una dote complessiva di 1,3 miliardi.

Poi c’è il problema della mini-Imu (coda velenosa dell’Imu 2013). Va pagata entro il 24 gennaio prossimo ed è pari al 40 per cento della differenza tra l’aliquota fissata dal sindaco e quella base (in più di un quarto dei Comuni italiani, di cui oltre cinquanta città capoluogo, nel 2013 è stata decisa un’aliquota più alta). Sarà possibile detrarla già dalla prima rata della Tasi? Oppure decideranno i sindaci? Infine, la questione del blocco degli sfratti, da prorogare per le famiglie più deboli e in difficoltà.

Il Governo fa un passo indietro: rinuncia al Dl Salva Roma

letta-napolitano-tuttacronacaIl Governo aveva appena incassato la fiducia per il Dl Salva Roma ma, dopo le perplessità espresse dal presidente della Repubblica e dopo un colloquio Letta-Napolitano, ora ha rinunciato alla conversione in legge dello stesso. Il decreto milleproroghe del 27 dicembre regolerà solo le situazioni urgenti: le norme sulla base delle quali il Comune di Roma ha approvato il proprio bilancio e la correzione della norma relativa agli affitti di immobili da parte della P.A.

La condanna di Parolisi: “Gravi gli indizi consistenti”

parolisi-tuttacronacaIl 30 settembre Salvatore Parolisi veniva condannato, in secondo grado, a 30 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, Melania Rea, scomparsa il 18 aprile 2011. Ieri sono state rese note le motivazioni e la Corte d’assise d’appello dell’Aquila che così spiega la sentenza: “Gravi sono gli indizi consistenti, cioè resistenti alle obiezioni e quindi attendibili e convincenti”. I difensori dell’ex caporalmaggiore hanno annunciato che ricorreranno in Cassazione. Secondo la Corte, inoltre, il risalto mediatico della vicenda potrebbe “avere inevitabilmente influito sulla genuinità dei ricordi delle persone informate sui fatti”, ricordi “inconsapevolmente contaminati dalle notizie e dalle immagini ripetutamente diffuse dai mass media”. Tuttavia, “ciò che nella specie conforta l’attendibilità delle dichiarazioni testimoniali è il riscontrarsi reciproco dei riferimenti anche tra persone che non hanno avuto modo di confrontare le rispettive percezioni, perché non facenti parte dello stesso gruppo di amici o dello stesso nucleo familiare”. La Corte fa inoltre notare che “tutte le persone presenti hanno avuto modo di vedersi e ricordare di essersi viste reciprocamente, ma nessuno ha visto Parolisi e la figlia nei pressi delle altalene e ciò conduce alla logica conclusione che non ci fossero, e che l’imputato abbia sul punto, già solo per la concludenza di siffatti riferimenti testimoniali, evidentemente mentito”. Melania, continuano le motivazioni, “non può essere scomparsa dal luogo e nell’orario indicati dal Parolisi”, mentre Salvatore “non è rimasto con la figlia nella zona delle altalene dopo l’asserito allontanamento e fino ai primi tentativi di chiamata all’utenza cellulare della moglie”.

Il Governo incassa la fiducia alla Camera sul Dl Salva Roma

dl-salva-roma-tuttacronacaCon 340 sì e 155 no, il Governo ha incassato la fiducia alla Camera sul decreto “Salva Roma”. Il 27 dicembre ci sarà, invece, il voto finale sul decreto. Il testo dovrà poi essere rinviato al Senato, a seguito delle correzioni introdotte a Montecitorio, per essere convertito in legge entro il 30 dicembre. La Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama ha deciso che il voto sul Dl si svolgerà sabato 28 dicembre. Nel passaggio a Montecitorio é stata soppressa la norma che avrebbe tagliato i trasferimenti ai Comuni impegnati nella limitazione delle sale per slot machine autorizzate. Rimane invece il nodo degli affitti dei palazzi della politica. Come riassume il Sole 24 Ore, per quel che riguarda la vicenda degli affitti d’oro della Camera, 22 milioni di euro all’anno sborsati per pagare il canone di vari edifici che ospitano uffici, tra questi il centralissimo palazzo Marini, ha tenuto impegnata l’aula di Montecitorio in un crescendo di accuse, denunce e colpi di scena. E mentre la Lega ha agitato un forcone in aula, il governo è stato costretto a mettere la fiducia sul decreto Salva Roma («decreto sulle misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali»), che altrimenti rischiava di non essere convertito in legge in tempo utile. La fiducia, alla fine, è passata. Ancora il quotidiano, riepiloga quella che è stata la battaglia dei pentastellati dello scorso week-end:

 in un decreto approvato qualche giorno fa (la cosidetta “manovrina”) era stato approvato un emendamento del M5s che consente anche alla Camera e al Senato di recedere dagli affitti da loro stipulati, anche in mancanza della clausola rescissoria. In questo modo si sperava che l’amministrazione di Montecitorio potesse liberarsi del pesante fardello degli affitti multimilionari dovuti all’imprenditore Scarpellini e trovare qualche altra sistemazione più a buon mercato. Peccato che in un altro decreto, il cosiddetto Salva Roma si scopre che una “manina” aveva eliminato quella norma, rendendo di nuovo libera la Camera di versare i suoi affitti d’oro. Se ne accorgono nuovamente i Cinque Stelle, che gridano alla truffa: e così la Camera, nella notte tra venerdì e sabato, corre ai ripari e corregge la correzione. Sembra proprio che i contratti d’oro possano essere finalmente disdetti. Ma è una falsa illusione. Spulciando bene le carte, nella serata di domenica la Lega e il movimento Cinque Stelle scoprono che nella Legge di Stabilità (in procinto di essere definitivamente approvata domani dal Senato) qualcuno ha piazzato un codicillo che neutralizza la norma anti-affitti. Di nuovo tutto in alto mare. Nel caos che segue, i leghisti e i Cinque Stelle chiedono a gran voce che il governo corregga subito il pasticcio intervenendo sul decreto Salva Roma, in discussione a Montecitorio. L’Esecutivo si impegna a risolvere (si spera una volta per tutte) l’intricata questione tra qualche giorno. Lo farà nel decreto Milleproroghe, che uscirà da palazzo Chigi il 27 dicembre. Lega e M5s restano sul chi vive. Hanno ancora un’arma da sfruttare: se il governo non manterrà la promessa, riapriranno le ostilità il 27 alla Camera quando, archiviata la fiducia, si tratterà di dare il via libera al decreto Salva Roma con il voto finale sul provvedimento. In serata arriva l’appoggio di Matteo Renzi alla battaglia dei Cinque Stelle. «Su questo hanno ragione, nessuno ha il monopolio delle buone idee», dice il segretario democratico da Fabio Fazio. «Non vedo perché alla Camera – aggiunge – non si debba fare qualche sacrificio ed accettare di avere uffici un pò più piccoli»

Dopo la decisione della Consulta sul Porcellum, bagarre in Aula

tuttacronaca-laura-boldriniIl Porcellum è incostituzionale, secondo quanto stabilito ieri dalla Consulta, e oggi è bagarre alla Camera. Alla ripresa dei lavori, da più parti si sono levate voci sulla reale legittimazione del Parlamento, a seguito della sanzione sulla legge elettorale. Laura Boldrini ha chiarito che “la Camera è pienamente legittima a legittimata a operare” ma il pentastellato Tofalo denuncia “siamo tutti illegittimi” e il clima si surriscalda ulteriormente dopo la lite di ieri in Aula tra Pd e M5s, con i grillini che avevano occupato i banchi del governo. Intanto è stata respinta la richiesta di M5S di convocare immediatamente una conferenza dei capigruppo per mettere in calendario la riforma della legge elettorale. Dopo il voto, tutti i deputati M5S hanno abbandonato l’aula per protesta. E nel frattempo è apparso un post su Facebook a opera di Angelo Tofalo: “Li abbiamo circondanti! L’aula doveva iniziare alle 10 ma ancora nulla… stiamo attendendo la Boldrini. C’e’ un’area surreale! Un silenzio rumorosissimo. Oggi il parlamento incostituzionale ed illegittimo sarà infuocato. Noi lo avevamo sempre detto, siamo entrati qui con la valigia di cartone e non l’abbiamo mai disfatta, pronti a tornare a casa. Che la facciano subito anche loro oppure che si preparino a prendere gli elicotteri. Li abbiamo circondati e forse i topolini lo stanno finalmente realizzando. Oggi più che mai stateci accanto. Le minacce e le aggressioni già avute non ci fanno che pensare il peggio… saremo tranquilli come sempre, diremo tutto in maniera non violenta, siamo super democratici ma non moderati, non fessi. Li abbiamo circondati”.facebook

De Magistris chiama governo: “non siamo i vostri bancomat”

luigi-de-magistris-imu-tuttacronacaI sindaci italiani aspettano risposte dal governo e non intendono attendere oltre. Piero Fassino, presidente dell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), rinnovando la richiesta di un incontro urgente con il Presidente del Consiglio ha lanciato un appello: ”Il Governo faccia rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onori gli impegni assunti con i contribuenti e i Comuni italiani. I sindaci hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo, ma non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si puo’ abusare della pazienza dei cittadini”. Ha quindi sottolineato: ”Da troppe settimane e ancora nelle ultime ore -si susseguono da parte di singoli esponenti governativi dichiarazioni contraddittorie e addirittura antitetiche. E’ tempo che cessi questo assurdo balletto di parole che hanno il solo esito di alimentare confusione e sconcerto nei cittadini ed esasperazione negli Amministratori locali”. E poi ha aggiunto: “All’atto della decisione di superare l’Imu sulla prima casa il Governo assunse due espliciti impegni: i contribuenti non avrebbero più pagato l’Imu nel 2013 e ai Comuni sarebbe stato garantito l’identico importo onde poter assicurare l’erogazione di essenziali servizi ai cittadini. E’ troppo chiedere che finalmente si dia corso a impegni così esplicitamente assunti?” A rimarcare la dose il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, anche lui in merito all’abolizione delle seconda rata dell’Imu: ”L’ipotesi che il Governo non dia ai si sono stancati di essere bancomat o esattori del Governo”. Una situazione, quella del reperimento delle risorse che vengono meno in seguito all’abolizione dell’imposta per cui de Magistris ha riferito di essere ”in costante contatto” con il presidente dell’Anci Piero Fassino.

Respiro di sollievo per l’abolizione dell’Imu? Ora arriva la mini-Imu

imu-sindaci-tuttacronacaLiberi dall’Imu (che in realtà ha cambiato nome in Tasi)? Non proprio e non tutti. A parlare della ‘mini-Imu’ è Il Mattino che spiega che, per i residenti nei Comuni che quest’anno hanno deciso aumenti di aliquote, la decisione di far pagare ai contribuenti il 50% dell’aumento delle aliquote Imu sulle prime case decise dai Comuni nel 2013 porterebbe una ‘mini-stangata’ di 42 euro medi a residente. Come spiega il segretario confederale Uil Guglielmo Loy, infatti, ad oggi, anche se c’è ancora tempo per l’approvazione dei Bilanci comunali, sono 873 i Comuni che hanno deliberato aumenti di aliquote dell’Imu sulla prima casa e tra essi 11 Città capoluogo. Il quotidiano così scrive:

In totale, ad oggi (c’è tempo ancora fino al 9 Dicembre per definire le aliquote del 2013), si tratta di 3,4 milioni di prime case che si aggiungono ai 44.785 «nababbi» possessori di una prima casa di lusso (A/1, A/8 e A/9), i quali verseranno il saldo il 16 Dicembre. Nello specifico, rileva lo studio della Uil, a Milano l’aliquota è passata dal 4 al 6 per mille; a Bologna dal 4 al 5 per mille; a Napoli dal 5 al 6 per mille; a Genova dal 5 al 5,8 per mille; ad Ancona dal 5,5 al 6 per mille; a Benevento dal 5 al 6 per mille; a Verona si passa dal 4 al 5 per mille; a Frosinone, Caltanissetta, Cosenza e Vibo Valentia passa dal 4 al 6 per mille.

Ecco allora che l’esenzione totale viene a mancare:

Diversamente, dunque, dalle aspettative, non c’è la propagandata esenzione totale. Secondo i calcoli del Servizio Politiche Territoriali della Uil, il conto a Milano è di 73 euro (nel 2012, però, si sono pagati 292 euro medi); a Bologna di 40 euro medi (321 euro nel 2012); a Napoli di 38 euro medi (379 euro nel 2012); a Genova di 31 euro medi (72 euro nel 2012); ad Ancona di 21 euro medi (341 euro nel 2012) ; a Verona di 31 euro medi (281 euro nel 2012).

Dunque, rileva la Uil, si avrà un risparmio rispetto al 2012, ma la tassa sulla casa si pagherà comunque. In totale, ad oggi (c’è tempo ancora fino al 9 Dicembre per definire le aliquote del 2013), si tratta di 3,4 milioni di prime case che si aggiungono ai 44.785 possessori di una prima casa di lusso (A/1, A/8 e A/9), i quali verseranno il saldo il 16 Dicembre.

Quindi, tra saldo Imu e Tares e acconto Iuc, tra il 16 Dicembre e il 16 Gennaio, si profila un vero ingorgo fiscale per le tasse sulla casa. «Questo incrocio fiscale, insieme agli aumenti delle Addizionali Irpef, rischia di contrarre ancora di più i consumi interni e quindi la ripresa economica ed occupazionale. Sul fisco locale – conclude Loy – servono certezze, perchè con cambi di nome, di regole di scadenze, oltre che ad aumentare il peso fiscale si disorientano i contribuenti».

L’Imu cambia nome e aumenta! Ecco a voi la Tasi

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L’Imu non si pagherà più, la promessa del centrodestra è mantenuta! E’ infatti in arrivo la Tasi, cioè un Imu che costa di più. Domani mattina, 26 novembre si discuterà l’emendamento che riguarda la Tasi ovvero la  la“service tax” che sostituirà l’Imu. Che differenza c’è tra le due tasse? Che la Tasi costerà di più! Rimane infatti l’impianto di fondo, cioè che saranno i Comuni a stabilire l’aliquota e queste modifiche istituirebbero un fondo comunale di circa 350-400 milioni l’anno. Saranno previste delle detrazioni per i carichi familiari, come era già previsto nel 2012 con una detrazione di 50 euro a figlio.

Come spiega Blitz Quotidiano:

A questo si affiancherebbe un altro miliardo, già stanziato nella legge di stabilità, per la detrazione sulla prima casa. In questo modo chi non ha pagato l’Imu nel 2012, rimarrebbe esente anche nel 2014. Lo slittamento dell’approvazione del provvedimento da parte della commissione Bilancio a lunedì pomeriggio (oggi 25 novembre), costringerà il governo a porre la fiducia in Aula. Qui, infatti, la legge di stabilità arriverà martedì mattina, con l’obbligo di approvarla entro la giornata, prima cioè del voto del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi. E sarà proprio quel voto di fiducia a sancire il passaggio all’opposizione di Forza Italia che in commissione nel week-end a quasi sempre votato contro il Governo.

Saldo seconda rata, gli aumenti, le aliquote. In ogni caso la rata Imu di dicembre (prime case di lusso, seconde case, affitti) riguarderà circa 30 milioni di immobili, in molti caso con importi maggiorati perché le delibere locali fanno lievitare il conto fino al25% in più rispetto ai valori del 2012. Nei capoluoghi di provincia l’aliquota ordinaria è arrivata all’1% di media grazie anche agli ultimi rincari deliberati la scorsa settimana da 17 Comuni. A Trieste, per esempio, un trilocale affittato a canone libero, quest’anno pagherà 993 euro (di cui 539 di saldo) contro i 909 euro del 2012. Per un box auto, un proprietario di Prato verserà 294 euro contro i 233 del 2012. Dal momento che l’acconto Imu è stato pagato con riferimento alle vecchie aliquote, il risultato è che i rincari si fanno sentire proprio in sede di saldo.

Però rallegriamoci che non la chiameremo più Imu!

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Loredana Lupo: la celiachia è una normale conseguenza della globalizzazione

loredanalupo-celiachia-tuttacronacaUn intervento della durata di cinque minuti quello della deputata del M5S Loredana Lupo oggi alla Camera. Nel corso di un’audizione la grillina ha parlato della celiachia osservandola sotto un’ottica di globalizzazione e di libera industrializzazione, facendo inoltre il punto sulla situazione di coloro che soffrono di questa malattia e chiedendo che vi sia un impegno anche a livello comunitario per il monitoraggio degli alimenti a loro destinati per tutelare la loro salute.

“Oggi anziché concentrarci sulla celiachia come malattia, dovremmo considerarla una normale conseguenza della globalizzazione e della libera industrializzazione alimentare. Noi siamo quello che mangiamo, troppa poca è l’attenzione che dedichiamo a ciò che viene ingerito. Raramente si pensa che questa sostanza diventerà parte di noi e che condizionerà i nostri processi, chimici, biologici ed energetici. Se una sostanza è compatibile con la nostra natura, l’organismo l’assimilerà senza problemi e ne trarrà beneficio. Ma se quella sostanza è incompatibile con il nostro corpo, questo resterà inquinato, faticherà per neutralizzarne gli effetti negativi e perderà energia e forza vitale. Quando il nostro organismo non è più in grado di eliminare le tossine introdotte accumulate si manifesta la malattia nella parte più colpita e debole dell’organismo […] cos’è il glutine? una proteina presente in alcuni cereali, un macroelemento che per anni è stato oggetto di selezione genetica volta a migliorare più le caratteristiche tecniche che qualitative. Difatti le selezioni effettuate hanno cercato di soddisfare le esigenze della moderna industria […] tuttavia se le classi proteiche assicurano all’impasto le proprietà viscoelastiche ricercate dall’industria di trasformazione, merita di sottolineare come da tempo è noto che queste abbiano un potenziale allergenico per l’uomo e siano responsabili dei sempre più frequenti casi di celiachia.”

Secondo l’interpretazione del deputato, la celiachia è “figlia” di una proteina modificata per scopi industriali, pensiero che ha catturato l’attenzione del popolo di Twitter che ha reagito in modo discordante. Ma anche il ministero della Salute ha tenuto a precisare che “Non sono tuttavia ancora noti i fattori che scatenano la malattia dopo anni di tolleranza al glutine” e che il disturbo, una malattia autoimmune del duodeno, colpisce soggetti geneticamente predisposti. E quindi il corpo attacca sé stesso distruggendo i villi responsabili dell’assorbimento dei nutrienti.

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“Pensioni no, clandestini sì?” La Lega protesta al Senato

lega-protesta-tuttacronacaSe questa mattina è stata sospesa la seduta alla Camera durante l’esame della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, non è andata meglio al Senato dove a protestare sono stati i senatori della Lega, presieduti da Massimo Bitonci. I leghisti si sono scagliati contro la cancellazione del reato di clandestinità avvenuta nel ddl sulla messa alla prova con un emendamento del M5S. Sui cartelli che hanno fatto la loro apparizione nell’Aula si leggeva ‘Pensioni no, clandestini sì’, ma anche ‘Sicurezza no, clandestini a casa loro’. Per tutta risposta gli esponenti del Pd sono scesi nell’emiciclo per contestare il Carroccio. La vicepresidente di turno, la democratica Valeria Fedeli, ha ripetutamente tentato di riportare l’ordine in aula invitando i commessi a togliere i cartelli, con i senatori leghisti che li tenevano ben saldi. A causa però anche della controprotesta del Partito Democratico il caos generatosi ha costretto la Fedeli a sospendere la seduta, riconvocata per le 16.

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Bagarre alla Camera. M5S contro tutti: “Continueremo a chiamarvi ladri”

bagarre-aula-tuttacronacaSi stava svolgendo l’esame della legge sul finanziamento pubblico ai partiti oggi nell’Aula della Camera quando la seduta è stata sospesa a causa di una bagarre scaturita tra i banchi. Riccardo Fraccaro, del Movimento 5 Stelle, presa la parola ha dichiarato “continueremo a chiamarvi ladri” scatenando la reazione del Pd, con molti deputati che hanno abbandonato l’Aula. Inutili i tentativi della vicepresidente Marina Sereni che ha tentato di riportare l’ordine richiamando Fraccaro a “non usare un linguaggio offensivo per il Parlamento ed i deputati”.  Ma il Pd ha continuato a rumoreggiare, chiedendo interventi della presidenza sul deputato e facendo partire un coro di “Fuori, Fuori”. La Sereni è quindi tornata a rivolgeris al pentastatellato: “Se pronuncia di nuovo quella parola….”. La frase non è mai terminata: i deputati 5 Stelle hanno infatti iniziato a urlare. A quel punto la vicepresidente ha sospeso la seduta sottolineando che “l’Aula aon è nè un ring nè uno stadio”. Nel frattempo decine di deputati del Pd avevano abbandonato  platealmente i loro posti.

Messaggio del Colle alle Camere sulla situazione carceraria

carcere-tuttacronacaAl Presidente del Senato, Pietro Grasso, e alla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, è stato consegnato oggi da Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica, un messaggio del capo dello Stato, che si è avvalso della facoltà conferitagli dall’articolo 87, secondo comma, della Costituzione, sulla situazione carceraria. La notizia e’ stata data agli inviati presenti a Cracovia al seguito del Quirinale. Il messaggio è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta.

Il messaggio verrà letto nelle Aule di Palazzo Madama e di Montecitorio alle 16 dai presidenti delle Assemblee.

Niente ergastolo per Salvatore Parolisi: condanna ridotta a 30 anni

melania_parolisi_condanna-tuttacronacaCondanna a carcere a vita in primo grado. A 30 anni in secondo. Salvatore Parolisi è stato ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie Melania Rea, ma ha ottenuto una riduzione della pena. Mauro Gionni, legale della famiglia Rea, ha fatto un intervento incentrato su alcune prove per smontare le repliche della difesa di Parolisi mentre nel corso dell’udienza, che si è svolta a porte chiuse, è stato mostrato un video che mostra l’uomo sullo stesso luogo del delitto mentre dondola la figlia Vittoria con gli stessi abiti di quel tragico 18 aprile, una video chat con l’amante Ludovica, nella quale i due si mostrano reciprocamente le parti intime, e un filmato del 20 aprile, giorno del ritrovamento del corpo di Melania, nel quale appaiono delle macchie di sangue rappreso che, secondo la difesa, potrebbero aver dato vita a quell’impronta sullo chalet che potrebbe dimostrare l’innocenza dell’ex caporalmaggiore. Il legale della famiglia Rea ha invece spiegato che i militari della scientifica si sono sporcati i guanti con quel sangue: quindi l’impronta può avere quel tipo di origine. Scopo del mostrare la chat hard con l’amante, ha spiegato ancora il legale, era contestualizzare la lettera prodotta dalla difesa di Parolisi nella quale l’uomo dichiara alla moglie di volerle bene: la chat risale a soli quattro giorni prima. Il procuratore generale Romolo Como, secondo quanto riferito, ha chiesto la conferma dell’ergastolo, la difesa di Parolisi si è invece espressa per una assoluzione. “Anche la lettera prodotta da Parolisi dimostra l’ennesimo tentativo di mentire, e conferma quello che abbiamo sempre pensato di lui e cioè che la sua professione è quella di mentitore”. E’ questo il riassunto dato da Gionni circa la controffensiva che ha messo in atto questa mattina nelle repliche per opporsi alla strategia dei difensori di Parolisi. “Abbiamo prodotto anche – ha continuato Gionni – una lettera che Salvatore ha scritto alla sorella Francesca chiedendole di adoperarsi per l’affido della piccola Vittoria, che contrasta completamente con le dichiarazioni ‘affettivè e di stima nei confronti della famiglia della moglie. Se da un punto di vista legale quello che conta è che venga confermata la sua responsabilità capisco anche – ha concluso Gionni – come la famiglia Rea punti alla conferma dell’ergastolo. Ma per me alla fine 25 anni o l’ergastolo non cambiano la responsabilità di Parolisi”. Ovviamente la sentenza non poteva scatenare i commenti in rete:

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Parolisi al proccesso d’Appello: “volevo bene a Melania, anche se la tradivo”

salvatore-parolisi-processo-tuttacronacaSeconda udienza del processo d’Appello a Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore che è stato condannato in primo grado per l’omicidio della moglie, al Tribunale de L’Aquila. Uscendo dall’aula Michele Rea, il fratello della vittima, Melania, ha riferito: “Nella sua deposizione Parolisi ha ribadito la sua innocenza. Riguardo a Melania, ha detto che le voleva bene, anche se la tradiva”. Ha quindi aggiunto: “Per la prima volta ha indirizzato il suo sguardo verso di noi, dopo due anni non so come ha fatto. Il tutto per ringraziarci del fatto che noi facciamo tutto per la bambina. Delle bugie e dei trans non si è parlato per niente, Parolisi ha parlato cinque minuti. Per me lui rappresenta il nulla, non mi fa né caldo né freddo, mi dispiace solo per quella povera bambina che comunque un giorno dovrà sapere e mi dispiace anche per Melania che ha avuto a che fare con questa persona”. Oltre al fratello, in aula era presente anche il padre di Melania. Michele Rea ha parlato nel corso di una breve interruzione di qualche minuto dell’udienza. IlProcuratore Generale, Romolo Como, anch’egli uscito momentaneamente nell’occasione, non ha voluto fare alcun commento.

Omicidio Melania Rea: il pg in Appello chiede la conferma dell’ergastolo

Parolisi-appello-tuttacronacaAl via il processo d’Appello per Salvatore Parolisi, condannato in primo grado per l’omicidio della moglie, Melania Rea. Romolo Como, il pg d’Appello, ha chiesto questa mattina la conferma dell’ergastolo, con tutte le aggravanti. Confermata anche la richiesta delle aggravanti che sono crudeltà, minorata difesa e vilipendio del cadavere senza le quali la Corte non potrebbe tecnicamente confermare l’ergastolo. Il pg ha sottolineato che “La Corte può anche dare una diversa motivazione e arrivare allo stesso risultato”, sottolineando che i legali difensori hanno presentato le richieste di approfondimento che la Corte discuterà nella giornata di lunedì. Riguardo la motivazione, sempre Como ha spiegato che “può essere verosimile che sia collegato ai rapporti con la moglie” e cioè, all’imbuto in cui si è trovato. Il pg ha inoltre sottolineato, rispetto ad altre discordanze tra quanto si dice nella motivazione della sentenza e in particolare sulla presenza di Parolisi nei due luoghi, che “lì forse la sentenza è stata precipitosa nel dare interpretazioni: in base alla sentenza infatti si potrebbe dire che, anche fosse vero che inizialmente Parolisi fosse stato visto da alcune persone a Colle San Marco, ciò non esclude che potesse essere passato prima a Colle San Marco e poi al bosco delle Casermette. Sarebbe stato dirimente se Parolisi fosse stato visto successivamente all’omicidio, per questo ho chiesto la conferma dell’ergastolo”.

La sorella di Parolisi: “Sono convinta che mio fratello sia innocente”

francesca-parolisi-tuttacronacaLa sorella di Salvatore Parolisi, Francesca, è stata intervistata a La vita in diretta. Alla vigilia della prima udienza del processo di Appello, ha detto: “Sono convinta che mio fratello sia innocente. Dimostrino il contrario portando delle prove fondate e ci ricrederemo. Ma non potranno farlo, perchè le prove contro di lui non ci sono. Semplicemente perchè non è lui l’assassino di Melania”. Del fratello, che ha incontrato in carcere, spiega che “È sfiduciato. Non si aspettava la condanna in primo grado”. E ancora: “I media lo hanno dipinto brutto. Lui non è cosi”. Riconosce però che abbia sbagliato a tradire la moglie, Melania Rea: “L’ho rimproverato per i suoi tradimenti. Se potessi farlo, lo picchierei. Non lo perdonerò per aver tradito Melania”. Sempre nel corso dell’intervista, la donna ha  mostrato i disegni che Salvatore manda alla figlia Vittoria, che non ha ancora potuto incontrare in carcere, dal giorno del suo arresto. “Vittoria parla al telefono con il padre e dice: ‘Ho solo te, la mamma è in cielo’. Le telefonate della piccola sono piene di baci e abbracci rivolti al padre. Fa tenerezza è un peccato che non lo possa incontrare, perchè ha bisogno di lui”. Francesca Parolisi ha anche speso alcune parole  sul presunto giallo del tesoretto: 137mila euro scomparsi dal conto di Parolisi: “Quei soldi non sono affatto spariti abbiamo fatto tutto alla luce del sole”. La donna ha mostrato una lettera di Salvatore in cui le chiede di provvedere economicamente alla piccola accordandosi con i genitori di Melania a cui è affidata: “Ma la signora Rea mi ha detto di riferire a Salvatore che a loro non serve nulla. Serve solo sapere la verità”.

L’appello di Parolisi al telefonista anonimo

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Solo quattro giorni al processo d’Appello per il caso Melania Rea e Parolisi, ex caporal maggiore dell’Esercito, condannato all’ergastolo in primo grado perché giudicato colpevole dell’omicidio volontario aggravato della moglie Melania Rea, si appella a colui che per primo vide il corpo a terra e telefonò da una cabina telefonica in piazza San Francesco per avvertire del cadavere della donna. Parolisi lancia l’appello attraverso i suoi legali:

«Nessuno ti ha mai visto, nessuno sa chi sei. La tua mancanza di coraggio non sta aiutando in nessun modo la vera giustizia – dice -. Cos’hai visto, quando l’hai visto e cosa hai fatto. Da uomo a uomo, ti prego, riprendi il tuo coraggio. Fammi uscire da questo tunnel ed aiuta soprattutto Melania a trovare pace e verità».

Respinta la richiesta di Parolisi: porte chiuse anche in appello

parolisi-processo-tuttacronacaAveva fatto richiesta di un processo pubblico per il secondo grado di giudizio Salvatore Parolisi, l’ex caporalmaggiore dell’Esercito condannato all’ergastolo lo scorso 26 ottobre a Teramo per l’omicidio della moglie, Melania Rea. In quell’occasione, il gup Marina Tommolini l’aveva infatti ritenuto colpevole di aver ucciso la donna con 35 coltellate nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Ora il presidente della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, Luigi Catelli, ha respinto la richiesta di Parolisi e la prima udienza del processo d’appello, che si terrà il prossimo 25 settembre, si svolgerà secondo procedura a porte chiuse.

Parolisi chiede di aprire l’aula per il processo d’appello

parolisi-processo-appello-tuttacronacaLo scorso 26 ottobre, a Teramo, Salvatore Parolisi è stato condannato all’ergastolo dal gup Marina Tommolini perchè ritenuto colpevole di aver ucciso con 35 coltellate, nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) la moglie Melania Rea. Il processo, con rito abbreviato, si è svolto secondo la procedura a porte chiuse. Ora che si avvicina la data del processo di secondo grado, che si terrà il 25 settembre, sostenendo che contro di lui siano state dette cose non vere, vuole affrontare un processo pubblico. Parolisi, detenuto nel carcere teramano di Castrogno, dove nel frattempo si è anche diplomato come perito agrario, ha presentato una richiesta scritta al presidente della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, Luigi Catelli, che assieme all’altro giudice togato Armanda Servino e alla giuria popolare, sarà chiamato a giudicarlo. Parolisi, che non ha mai voluto parlare davanti nè ai giudici nè ai pm teramani dopo i primi interrogatori, chiede che vengano aperte le porte dell’aula dove si terrà il processo: “per permettere alla gente di vedere come va il processo e capire tante cose”. Non si esclude che la richiesta possa essere il preludio a una sua partecipazione attiva: potrebbe aver deciso di fornire una sua ricostruzione o di fare dichiarazioni spontanee. La sua richiesta è comunque attualmente al vaglio del presidente della Corte, che fino ad oggi non si è pronunciato.

La camera ha approvato il decreto del fare

ddlfare-camera-tuttacronacaApprovato dall’Aula della Camera il decreto del fare, che aveva incassato la fiducia con 427 sì e 167 no due giorni fa. Dopo tre giorni di maratona  oratoria dei gruppi parlamentari d’opposizione impegnati nell’ostruzionismo, ora il testo passa in Senato per la seconda, e probabilmente ultima, lettura. Nel provvedimento sono presenti diverse misure volte a sostenere il flusso del credito alle imprese, semplificare la burocrazia e abbreviare la durata dei procedimenti civili, anche attraverso il ripristino della mediazione obbligatoria per un ampio spettro di controversie. Il decreto introduce anche un finanziamento agevolato per le aziende che vogliono rinnovare macchinari e impianti ad uso produttivo, oltre ad ampliare le regole di accesso al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese. Estesa la Robin Hood Tax, l’addizionale Ires sugli extra-profitti, anche alle imprese energetiche di dimensioni minori, con un volume di ricavi superiore a 3 milioni di euro e un imponibile di oltre 300mila euro. Il decreto mobilita investimenti in infrastrutture per un totale di circa 3 miliardi di euro. Il grosso deriva dal fondo di 2,03 miliardi (per il quadriennio 2013-2017) istituito al ministero delle Infrastrutture e che servirà a garantire la continuità dei cantieri in corso o l’avvio di nuovi lavori. Scende a 200 da 500 milioni il valore minimo delle infrastrutture per le quali è previsto il regime di defiscalizzazione parziale. Ma il decreto limita anche i poteri di Equitalia per venire incontro alle esigenze dei contribuenti in difficoltà. La possibilità di rateizzare il pagamento delle imposte è ampliata fino a 120 rate (prima erano 72) e sale a otto da due il numero minimo di rate non pagate, anche non consecutive, a partire dal quale il debitore decade dal beneficio della rateizzazione. Inoltre, il governo ha stabilito l’impignorabilità della prima ed unica casa a fronte di debiti iscritti a ruolo, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso. Slitta al 16 ottobre il primo versamento della Tobin Tax, introdotta dal governo Monti e dalla quale il ministero dell’Economiasi attende un gettito di circa 1 miliardo l’anno. L’offerta di accesso a internet tramite reti Wi-fi nei negozi e nei locali non richiederà più l’identificazione degli utenti. Uno degli emendamenti approvati che più hanno fatto discutere esclude il tetto alla remunerazione dei dirigenti che lavorano in società non quotate titolati di servizi di interesse generale come Poste e Ferrovie dello Stato.

Il pentastellato malato di sclerosi multipla preso in giro dai deputati

matteodall'osso-tuttacronacaE’ Giulia di Vita che firma un post, accompagnato da un video, apparso sul blog di Beppe Grillo. Il tema è il comportamento dei deputati durante l’intervento di Matteo Dall’Osso, cittadino M5S alla Camera affetto da sclerosi multipla. Nel post si legge: “Conoscete tutti ormai Matteo Dall’Osso, cittadino M5S alla Camera, e la sua incredibile storia, è affetto da sclerosi multipla ma vive meglio di chiunque altro. Ha appena fatto il suo intervento in Aula, è l’una di notte, è stata una giornata pesante per tutti, figuriamoci per lui, mentre leggeva il suo discorso ha perso il filo, può capitare a chiunque. Gli umani colleghi dagli scranni di Pd e Scelta Civica hanno cominciato a fare battutine sulla sua difficoltà “dategli il foglio giusto!“, ripetevano le sue parole balbettando a sfottò, mormoravano, ridevano, lo guardavano divertiti. Avvisati poi dello stato di Matteo qualcuno ha chiesto scusa per la palese, vergognosa, indecente, schifosa, indecorosa gaffe. L’arte dell’ipocrisia. Signori, ci troviamo a lavorare con questa gente. Come possono stupire gli scempi che stanno facendo al Paese e la costante indifferenza per i cittadini italiani più deboli? Dopo gli sfottò a fine intervento Matteo ha concluso dicendo “e come dissero tre violoncellisti sul Titanic mentre stava affondando ‘è stato un piacere suonare con voi”. Ma anche no.

Battibecco in Aula tra Laura Boldrini e Renato Brunetta

boldrini-brunetta-tuttacronacaBattibecco nell’Aula della Camera tra Laura Boldrini e Renato Brunetta dopo che il capogruppo del Pdl ha chiesto alla presidente una censura per la deputata del M5S Carla Ruocco. La pentastellata ieri lo aveva definito “capo indiscusso del gruppo unico del malaffare, delle larghe intese e dell’inciucio”. Brunetta ha anche annunciato che si sarebbe avvalso di tutte le prerogative a difesa della sua onorabilità. Nel suo tentativo di mediazione, la Boldrini ha risposto: “bisognerebbe evitare queste cose inopportune. Mi dispiace se c’è stata un’offesa. Tutti evitino un linguaggio offensivo; non aiuta né qui dentro né fuori di qui”. Ma all’ex ministro queste parole non sono bastate: “Io chiedo la censura!”, ha urlato. Il presidente l’ha subito fermato: “Non è questo il tono. Vedrò il verbale e mi regolerò di conseguenza…”

Renato Schifani e l’ultimatum a un governo che intanto va avanti

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Nonostante Berlusconi abbia richiamato i falchi del Pdl alla calma, la tensione non accenna a calare. Durante il vertice di ieri è emersa la strategia dei suoi avvocati, Ghedini e Coppi, ossia puntare a dilatare i tempi e rinviare la decisione della Cassazione, magari dopo l’estate, per avere la possibilità di presentare memorie difensive più puntuali ma anche, come sottolinea La Stampa, “obiettivo non dichiarato dai legali ma ben presente nei piani di Berlusconi – per arrivare appunto a settembre e capire, se del caso, su quale tema attaccare il governo.” Del resto è stato lo stesso presidente della Corte Suprema di Cassazione, Giorgio Santacroce, a non escludere, ieri, la possibilità di un rinvio. “Non c’è nessun accanimento – ha chiarito – il senatore Berlusconi è stato trattato come qualunque imputato in un processo con imminente prescrizione’’. Ha poi aggiunto che “non c’e’ stato nessuno zelo particolare, nessun atteggiamento da Speedy Gonzales. E’ stata solo applicata la legge. I procedimenti urgenti devono andare alla sezione feriale”. Santacroce ha quindi spiegato che “nulla vieta” alla sezione feriale di piazza Cavour (dove si svolgerà l’udienza- ndr) di “poter stabilire che il termine di prescrizione sia invece successivo e che quindi la Corte possa, accogliendo istanze difensive, disporre un rinvio” per consentire ai legali di studiare le carte più approfonditamente.

Ma questo non basta. Schifani ha parlato in diretta a ‘Radio Anch’io’ lanciando un messaggio che suona come un ultimatum: “Se Berlusconi fosse condannato alla interdizione dai pubblici uffici, sarebbe molto difficile che un Pdl acefalo del suo leader possa proseguire l’esperienza del governo Letta”. Ed ha aggiunto: “Sulla vicenda giudiziaria del Cavaliere intendiamo avere un atteggiamento soft. Non c’è nessuna rivolta contro altri poteri dello Stato, ma abbiamo il diritto di informare i nostri elettori delle dinamiche politiche e processuali di fronte alle quali ci troviamo”. Insomma: “Il nostro popolo deve avere la certezza di quello che stanno facendo a Berlusconi”. Da parte sua il governo, questa è la posizione ufficiale, mira a mantenere separate le tensioni politiche dall’attività dell’esecutivo.

E’ Speranza che risponde a Schifani spiegando che “nel Pdl devono chiarire se mettono al primo punto gli interessi dell’Italia o quelli giudiziari di Berlusconi”, ma “un chiarimento politico vero” serve “da parte di tutti”, è anche chiaro che, qualora arrivasse una sentenza di condanna nei confronti di Berlusconi “non ci sono dubbi” che il Pd voterà perché venga applicata. Anche Epifani entra nel merito, parlando all’Unità: “O c’è un chiarimento serio, o il Pdl dimostra di essere interessato ai problemi del Paese e non alle vicende di Berlusconi oppure, con la stessa forza con cui abbiamo fatto nascere questo governo, diciamo che così non si può andare avanti”. E le sue parole diventano ancora più dure: “Il Pdl mette a rischio la funzione stessa di questo governo. C’è un limite oltre il quale il nostro senso di responsabilità, che anche oggi abbiamo dimostrato, non può andare”. Del resto il voto di ieri ha chiarito che la situazione si ripercuote in casa Dem creando ulteriori spaccature: Franceschini prova a ricucire: “Non si può impedire ad un partito che ha il suo leader coinvolto in una vicenda giudiziaria di dire delle parole o assumere atteggiamenti che non condividiamo, però non c’è nessuna ripercussione né ci sarà sull’attività legislativa il Governo va avanti finché ha la fiducia del Parlamento”.

Nel frattempo Berlusconi ha però invitato tutti alla calma: evitare la rottura su questo tema e puntare invece per un eventuale rovesciamento del tavolo, alle questioni economiche e alle difficoltà che l’esecutivo guidato da Enrico Letta incontrerà (e sta già incontrando) nella realizzazione definitiva di quanto avviato con decreto, cioè il superamento (ma il Pdl ne chiede sempre e solo l’abolizione) dell’imposta sugli immobili e il blocco dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. E questo è un quadro che si avrà chiaro dopo l’estate. Ma la frenata del Cav potrebbe aver avuto origine anche dall’intervento di Napolitano che ha richiamato alla responsabilità mentre Letta ha avvertito come la corda non possa essere tirata troppo a lungo dagli alleati-avversari e che in ogni caso non tollererebbe, con inevitabili conseguenze, un ritiro sull’Aventino dei parlamentari Pdl. Insomma, Berlusconi vuole mostrarsi quale leader responsabile in grado di scindere le questioni che ha davanti: problemi giudiziari e sostegno al governo delle larghe intese

Berlusconi e il vertice a Palazzo Grazioli: no a crisi di governo

berlusconi-governo-letta-tuttacronacaPrima la decisione della Cassazione di fissare al 30 luglio l’udienza del processo Mediaset, poi la richiesta del Pdl di sospendere le attività parlamentari per tre giorni, con Pd e Scelta civica che concedono solo la giornata odierna nonostante l’opposizione di Sel, M5S e Lega, infine il vertice notturno del partito di Berlusconi a Palazzo Grazioli. A un passo dalla crisi ma con il Cavaliere che impone l’alt ai falchi: niente crisi di governo e nessuna rottura, ma più pressione su Letta su Imu e Iva. Ma dopo la riunione, non si può escludere che il leader del Pdl decida di convocare gli organismi del partito per un ulteriore approfondimento della situazione. Nel frattempo le varie ipotesi restano tutte sul tavolo: dalla possibilità di tenere una manifestazione nazionale dopo le mobilitazioni locali che dovrebbero partire a breve, alle dimissioni di massa in caso di condanna. Ma sembra che, durante il vertice, qualcuno abbia anche suggerito di chiedere la grazia allo stesso Napolitano.

Grillo tra il PD che “non esiste più” e Napolitano “ostaggio dei partiti”

bepe-grillo-ribaltone-pd-tuttacronacaBeppe Grillo, durante un’intervista a Repubblica, spiega che un ribaltone con il Pd è impossibile perchè “perchè il Pd non esiste più”. Il leader del M5S insiste quindi sull’opportunità che Napolitano vada in tv e spieghi agli italiani quale sia la realte situazione. Grillo ha anche spiegato che il Capo dello Stato, alle sue sollecitazioni, ha risposto che in televisione può andare “solo per gravi motivi, per fatti gravi. Ma secondo noi -aggiunge- potrebbe andare; ha alcuni minuti a disposizione e può usarli. Va sulle principali reti, unificate, per una volta, e spiega la situazione ai cittadini”. L’ex comico ha quindi aggiunto:  “Noi a Napolitano abbiamo detto che non è possibile andare avanti così. Lui lo sa, ci ha detto che la decretazione d’urgenza dovrebbe avvenire solo per motivi straordinari, ma che lui non ce la fa, non può fare altro. E io credo che se dice così è vero, non ho motivo di non credergli. C’è da dire che lui ormai è ostaggio dei partiti, anche se se l’è cercata con la rielezione”.

Quella divisione del PD che si accentua sempre più

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La deputata Pd Rosa Calipari fa sentire la sua voce in Transatlantico, dopo gli attacchi rivolti al suo partito dai pentastellati a seguito del voto con cui è stata accoltala richiesta del Pdl di sospendere i lavori parlamentari dopo l’anticipo a luglio della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset. Ai deputati del M5S dedica un “Sti str***” a cui fa seguito “Farmi attaccare da questi no!”. Ma se la Calipari attacca un altro partito, sempre più accentuate sono le diversitò di vedute all’interno dello stesso gruppo Dem:  una ventina di deputati non ha accettato l’indicazione della dirigenza, c’è stato chi ha lasciato l’aula, chi si è astenuto, chi ha contestato e infine il litigio con i 5 stelle. I nervi sono sempre più tesi: la Bindi non ha partecipato al voto così come la presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti, non ha votato, come spiegano i suoi “Per evitare di esporsi, proprio in quanto presidente di una commissione delicata”. Il bersaniano Lattuca si rivolge direttamente a Cicchitto: “Per colpa vostra, noi prendiamo gli schiaffi”. Gero Grassi, Paolo Gentiloni e Roberto Giachetti sono usciti dall’aula, con l’ultimo che ha spiegato come: “Il punto non è chiedere la sospensione per tre giorni o un giorno. Il punto è politico!” Mentre la prodiana Sandra Zampa, astenuta, attacca i pentastellati: “Ora attaccano ma sono stati loro a far fallire il tentativo di un governo di tipo diverso, di cambiamento”. Ormai il dissenso si ramifica e non è più confinato alla cerchia di Civati, tanto che anche alcuni renziani non hanno appoggiato la decisione del partito a cui anzi, come Faraone, lanciano accuse: “Ma come? Convocate il gruppo per questioni meno serie e per questo no?!”. Lorenza Bonaccorsi: “E’ l’ultima volta che accettiamo una cosa del genere”. E Zampa aggiunge: “Non ne abbiamo nemmeno discusso in una riunione di gruppo  ci hanno convocato in aula con un sms per ‘questioni procedurali’”. Ermini ha preferito invece condividere i suoi pensieri con la rete: “#opencamera ….continuiamo a farci del male…forse sarebbe l’ora di cambiare qualcosa…che ne dite?”. I subbugli partono anche da Firenze dunque, dove ci si lamenta per il ritardo con cui Epifani ha diramato la nota: “Tardiva. Arriva dopo il voto. Se ne poteva parlare prima”. Nardella chiosa: “Non ero in aula al momento del voto, certo tutto ciò è inaccettabile, non sono d’accordo con la scelta di accogliere la richiesta del Pdl”. Ma i fedeli al volere del partito attaccano chi si lamenta: “Se volevano la riunione del gruppo, potevano chiederla stamattina. In un partito si fa così. Lo sapevano cosa stava succedendo”, dice Matteo Orfini. “Invece non lo hanno fatto, perché nel gruppo si sarebbe discusso e sarebbe stata presa una decisione a maggioranza. Il che gli avrebbe impedito di lucrare in aula come poi invece hanno fatto per guadagnare uno 0,1 per cento al congresso… – continua – questo è da sciacalli: squallido opportunismo”. Quanto al merito, “può succedere che un gruppo chieda di sospendere i lavori per avere il tempo di riunirsi su una vicenda politicamente rilevante per loro. Non è un dramma, solo per mezza giornata…”. E se il bersaniano D’Attorre in un primo momento comprende le scelte fatte, dopo un consulto con Pier Luigi Bersani in Transatlantico è costretto ad ammettere: “Un problema politico c’è. O il Pd è in grado di gestirlo in maniera compatta oppure….”. “Oppure non tiene”, conclude Orfini. Il veltroniano Verini tenta invece un paragone, per giustificare il fatto di cedere una mezza giornata: “Le giornate di ostruzionismo del M5s hanno portato allo stesso risultato: i lavori sospesi…”. Dopo di che, si dirige verso la commissione Giustizia dove deve gestire la partita sulla legge contro il voto di scambio, che il Pdl osteggia: “Vado a vedere, chissà se facciamo seduta…”. Anche questa, rimandata.

LA VERGOGNA ITALIANA: larghe intese o intese dettate?

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Lavori sospesi, con parlamentari che sembrano proteggere casta e diritti, larghe intese che diventano un covo di protezionismo per partiti dilaniati e lasciano il paese allo sbando. Si perde tempo nei giorni in cui si doveva avviare la rimodulazione dell’Imu e trovare soluzioni sul fronte Iva, tra la disoccupazione dilagante e la perdita di potere d’acquisto, l’unica questione urgente è il processo Mediaset. Un blocco vergognoso che alza il telo su quella fragilità istituzionale che violentemente emerge ora dopo ora. Il governo andrà anche avanti, ma ancora una volta a pagare le riforme non fatte e decisioni rinviate saranno i cittadini italiani.

Guglielmo Epifani critica: “Chiedere di sospendere i lavori del Parlamento per tre giorni, a seguito delle decisioni della Corte di Cassazione, costituisce un atto irresponsabile e inaccettabile, che lega campi che vanno rigorosamente tenuti distinti, quello giudiziario e quello parlamentare”.

Ma allora, forse è il suo partito a essersi comportato in maniera irresponsabile e inaccettabile?

Aveva forse ragione M5S a gridare “Bravi, bravi, buffoni, buffoni”?

«La gestione del voto da parte della dirigenza del gruppo Pd Camera sulla sospensione delle attività parlamentari è stata incomprensibile, nessuno è stato informato, nessuno ha capito cosa è successo. È urgente che il gruppo si riunisca per capire se ci sono responsabilità e se i meccanismi decisionali sono efficaci oppure vadano ridiscussi». È quanto dichiarano i deputati renziani del Partito democratico Michele Anzaldi, Matteo Biffoni, Ernesto Carbone, Paolo Coppola, Filippo Crimì, Marco Donati, Silvia Fregolent, Federico Gelli, Ernesto Magorno, Ivan Scalfarotto.
«Abbiamo votato secondo le indicazioni del capogruppo – spiegano i deputati – rispettando la disciplina di gruppo, dopo un’accelerazione decisa senza spiegazioni. Non ci sono state riunioni prima del voto, per capirne le motivazioni, e non c’è stato confronto neanche dopo. È difficile chiedere ai deputati di rispettare la disciplina di gruppo se si verificano situazioni del genere, dove nessuno ha capito chi ha deciso e in base a quale valutazione. È opportuno che la vicenda sia chiarita al più presto».

I fatti sono sotto gli occhi di tutti: gli italiani fin quando tollereranno un governo che più che essere di larghe intese sembra essere di grandi inciuci e larghi interessi?

I deputati del Movimento 5 Stelle accusano: “Siamo stati aggrediti da Piero Martino e Nico Stumpo del Pd“. E pubblicano sulla pagina Youtube le immagini girate coi telefonini nell’aula di Montecitorio.

113 giorni di governo Letta: approvate 3 leggi, costati 504 mln

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Sono 113 giorni che il Governo Letta si è insediato e al suo attivo ci sono 3 leggi. Il costo è di 504 milioni, ogni provvedimento è costato in media 168 milioni di euro. Naturalmente ai 113 giorni conteggiati dall’Adusbef, associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi. Il presidente Elio Lannutti, ha fatto emergere i costi scandalosi e i tempi lunghi. Anche volendolevare dai 113 giorni i sabati e le domeniche, il risultato non migliora, anzi peggiora se si calcolano anche i venerdì, in cui si registra per lo più l’aula vuota. Lannutti ha ricordato come i “costi della democrazia per il funzionamento del Parlamento”, nel 2013, “ammontano complessivamente a 1,628 milioni di euro, con una spesa quotidiana di 4.462.000 euro al giorno”. I bilanci, approvati e pubblicati online, attestano in 1,1 miliardi di euro i costi della Camera e in 557 milioni quelli del Senato. Il governo Letta, un governo di servizio, costa ancora troppo agli italiani?

Napolitano: “Termine al governo? Ridicolo falso”. Ma è solo questo?

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Il due giugno, giorno della Festa della Repubblica, in un’itervista il Presidente Giorgio Napolitano aveva commentato la decisione delle Camere di darsi un tempo per le riforme più urgenti e il giorno dopo molte testate giornalistiche ne avevano parlato. Repubblica apriva la prima pagina con questo titolo: “Napolitano: il governo a termine”. Il Corriere: “Napolitano: esecutivo a termine”. Il Messaggero: “Avete 18 mesi questo governo è a termine”. E così via: nessuna smentita era arrivata dal Capo dello Stato. Oggi, ne  Il Fatto Quotidiano, si è tornato a parlarne, in occasione di un’intervista  a Barbara Spinelli, editorialista di Repubblica e scrittrice, a firma Barbara Spinelli che, ad un certo punto, chiede: “Il capo dello Stato ha messo  una data di scadenza al governo, una cosa mai vista. Grillo ha  obiettato: “A che titolo dice queste cose?”. Lei che ne pensa?”. La Spinelli così risponde: “Grillo ha perfettamente ragione: dove sta scritto che il presidente determina in anticipo, ignorando le Camere, la durata dei governi? Perfino a Parigi, dove tale prerogativa esiste – ed è grave che esista – l’Eliseo si guarda da dichiarazioni simili. In Francia il presidente è contemporaneamente presidente del Consiglio dei ministri. La stessa cosa ormai avviene in Italia: il presidenzialismo nei fatti c’è già. Questo governo è un Monti bis, con i politici dentro. E alla presidenza c’è Napolitano. Intendo presidenza del Consiglio, non della Repubblica.” Al Quirinale la domanda posta proprio non è andata giù e in una nota della presidenza della Repubblica si legge: “Si continua ad accreditare (da ultimo, da parte della giornalista del Fatto Quotidiano Silvia Truzzi, nella sua intervista a Barbara Spinelli) il ridicolo falso di un termine posto dal Presidente della Repubblica alla durata dell’attuale governo.” E prosegue: “E ciò nonostante quel che egli aveva già detto in proposito la sera del 2 giugno ai giornalisti presenti in Quirinale e che dal giorno seguente figura sul sito della Presidenza della Repubblica. Sarebbe un fatto di elementare correttezza – si legge ancora nella nota del Quirinale – tenerne conto e non insistere in una polemica chiaramente infondata”.

Ma perchè prendersela solo ora e solo con Il Fatto? L’intervista prosegue con l’affermazione della Truzzi: “Così si sfalda il sistema delle garanzie e dei contrappesi costituzionali.” E la ribattuta della Spinelli: “Salta completamente. E prefigura già la Repubblica presidenziale. Inoltre abbiamo un presidente della Repubblica-presidente del Consiglio che gode di privilegi extra-ordinari , che nessun premier può avere. Tanto più perniciosa diventa la storia delle telefonate tra Colle e Mancino sul processo Stato-mafia. Esiste dunque un potere che ha speciali prerogative e immunità, senza essere controllabile. La democrazia è governo e controllo. Perché Grillo dà fastidio? Perché è sul controllo che insiste.” Ecco allora che il “ridicolo falso” del termine fissato per il Governo diventa un appiglio per tornare a parlare delle intercettazioni distrutte, tema che già ha fatto tanto discutere e che è collegato a quel processo Stato-mafia dal quale, si spera, emergerà la verità su tanta incresciosa Storia italiana: se la polemica è “chiaramente infondata”, ovviamente anche il passaggio successivo, a questo punto, perde ogni valore.

Al Senato non si “suonerà” più? M5S denunciano in aula i “pianisti”

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E’ scontro in aula… al Senato l’M5S denuncia che ci sono i “pianisti” e quella “musica” ai pentastellati non piace affatto. Sotto accusa finisce, oltre ad alcuni senatori che effettivamente hanno fatto i pianisti, anche Lucio Malan che invece aveva votato correttamente. Stamattina finisce in Aula la protesta di Malan che lamenta la mancata rimozione del video sul web e annuncia «ho chiesto di essere messo in congedo e non potrò votare fino a quando un organo di questo Parlamento può permettersi di dire che i voti al Senato sono irregolari».

Ma non ci dovrebbe essere trasparenza? Non dovrebbe essere informato il cittadino di ciò che avviene in aula? Perchè si chiede dunque di rimuovere un video? Qualcuno è irregolare e chi vota regolarmente decide di non votare più? Non è una protesta controsenso? Chi è regolare non dovrebbe essere fiero di esserlo?

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, comunque, accoglie la protesta del Senatore Malan e invita «gli autori del documento che viene riprodotto sul web a eliminare questa evidente, e uso di eufemismo, anomalia». Ma l’M5S non ci sta e insiste con Luis Alberto Orellana sui ‘pianisti’: «Ci sono dei rei confessi come Giovanardi e Formigoni e si vede bene anche sui siti». Grasso lo interrompe e con fare conciliante e mezzo sorriso chiede: «È così difficile ammettere che il caso del senatore Malan è diverso e che ha votato dal suo posto non commettendo nessuna infrazione?».

Subito dopo prende la parola Alessandra Mussolini che rincara la dose sostenendo che «sui siti dei grillini ci sono video fatti in aula e la pubblicità collegata coi siti va nelle tasche di Grillo e Casaleggio». «Loro – aggiunge Mussolini tra le proteste dell’M5S – si fanno i soldi sulla nostra pelle». Sbotta il senatore M5S Santangelo che difende le denunce dei pianisti tramite i video. «Non accettiamo – dice Santangelo – lezioni di comportamento da nessuno, quando si vota si sta seduti» . Santangelo replica anche alla Mussolini: dice: «M5s non percepisce nessun contributo da nessuno, è una falsità».

Ed è Scilipoti, condannato tra l’altro in Cassazione nel novembre 2011 per debiti e plurindagato, a chiedere all’ex magistrato  Grasso, presidente del Senato,  di avere «maggior energia» nel sanzionare certi comportamenti dei pentastellati e ad affermare che  «si tratta di siti che qualcuno mette in rete e quel qualcuno è in questa Aula». Schifani interviene per contestare che si definiscano ‘pianisti’ senatori che stanno in Aula e, al momento di una votazione, sono lontani dal loro banco e il compagno di banco vota per lui come è stato il caso di Giovanardi che non era assente al momento del voto.

E perchè si dovrebbero allontanare dal loro banco nel momento della votazione? Stiamo in una classe di irrequieti o dentro un Parlamento democratico? Oltretutto mentre si sta discutendo un provvedimento importante come il dl emergenze?

Grasso annuncia una riunione dell’ ufficio di presidenza sulle riprese video in aula: «Ho già auspicato ieri l’intervento dei questori. Sarebbe auspicabile vietare un’attività del genere. I nostri regolamenti risalgono ad anni in cui queste tecnologie non esistevano».

Quindi vediamo le riprese in aula? Teniamo all’oscuro il cittadino? Questo è il rispetto per il popolo italiano?

Alla Camera oggi si parlava di violenza sulle donne: aula deserta!

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Le violenze sulle donne si susseguono in tutta Italia, ma sembra ai politici (con le dovute eccezioni) la cosa non importi poi tanto. Forse perchè non possono usarle per fini politici cose fanno quando un extracomunitario compie atti di violenza, forse perchè in fin dei conti chi doveva votare in questi giorni già aveva preso la sua decisione, fatto sta che uno scatto mostra un’aula desolatamente vuota. E’ inizata con un  minuto di silenzio per Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa e bruciata dal suo fidanzato a Corigliano Calabro, la seduta dell’Aula della Camera presieduta da Laura Boldrini. Il tema era il recepimento della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, a quanto pare non degna di particolare attenzione, come ha osservato, rammaricandosene, il presidente di Montecitorio Laura Boldrini. “Auspico che si arrivi subito alla ratifica della Convenzione  e alle leggi necessarie per la sua rapida attuazione”, ha affermato, prima di spiegare: “Per la prima volta la violenza contro le donne viene incardinata nell’ambito della violazione dei diritti umani. Ovvero dei diritti fondamentali della persona”. Ma, nonostante la scarsissima partecipazione, c’è comunque spazio per un battibecco tra la deputata del M5S Carla Ruocco e Mara Carfagna, diatriba che in breve si sposta in facebook. “La Carfagna – commenta la parlamentare sul social network – ha appena letto, dinanzi ad un’aula vuota, eccetto noi del 5 Stelle, una relazione sulla violenza sulle donne in cui incitava, tra l’altro, la tv a non strumentalizzare il corpo femminile nelle trasmissioni…..ma è quella stessa Carfagna? Sarà per questo che le sue colleghe pidielline sono tutte assenti??? Per non assistere a questa pagliacciata???”. La replica della pidiellina arriva nell’intervento conclusivo: ”Spesso la violenza contro le donne nasce dall’atteggiamento di alcune donne che usano le modalità più ignobili e infamanti contro altre donne. Le stesse modalità che spesso utilizzano i maschi. Modalità che siamo ora qui a condannare e che magari provengono da giovani donne che non si rendono conto di dove si trovino e del rispetto che si dovrebbe avere delle istituzioni in cui sono ora”. E prosegue: parlando dell’ ”imbecillità dei preconcetti e delle battute che alla fine qualificano solo chi le fa” e se la prende con i ”comportamenti superficiali di chi giudica solo sulla base di pregiudizi”.

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Ruby in aula: molti i “non ricordo” e “non so”

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E’ tornata nell’aula del Tribunale di Milano Ruby e le sue risposte al processo al processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti sono piene di “Non ricordo” e di “Non so”. Non sa per quale motivo abbia dato un numero inesistente all’agenzia di Lele Mora e non ricorda se, la notte del 9 marzo 2010, ha dormito da sola ad Arcore o meno. Dispiaciuta per le “cavolate” raccontate in precedenza, che sono state riportate nei cinque verbali resi tra luglio e agosto 2010, dichiara di essere presente “per dire la verità”, negando di essersi esibita ad Arcore in balli erotici. Perchè abbia in precedenza mescolato cose vere ad altre inventate, lei stessa non lo sa spiegare e lo stesso pm ha parlato di una sorta di “preveggenza” della marocchina, perché alcune ragazze hanno poi raccontato di scene erotiche ad Arcore. Nell’udienza precedente, Ruby aveva negato di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi e di aver preso da lui 4 milioni e mezzo di euro ma oggi ha tenuto a rimarcare che “La mia memoria può fallire, perché a differenza delle intercettazioni io non sono uno strumento”. E infatti il “non ricordo” è la base delle rispote date al pm di Milano Antonio Sangermano riguardo i tabulati telefonici. In particolare, in quel momento il pm le stava chiedendo per quale motivo, il 26 maggio 2010, il giorno prima dell’ormai famosa notte in questura, avesse chiamato il ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Il pm ha anche chiesto alla ragazza se avesse mai avuto “trattative con Berlusconi per ricevere soldi a prescindere dai rapporti sessuali che lei ha negato”. La risposta è stata un secco “no”: Ruby ha inoltre ribadito di aver avuto i 30mila euro per il progetto del centro estetico e nient’altro, a parte le buste nelle serate di Arcore. Quanto ai 4 milioni e mezzo da B e ai 170mila euro conservati da Spinelli, la giovane ha spiegato che era solo “una forma di vanto” per farle vedere “alle ragazze che venivano a casa mia”. Negazione anche quando si è parlato di Caterina Pasquino, non si sarebbe mai “vantata” di aver avuto rapporti sessuali con Berlusconi, smentendo le stesse dichiarazioni che la Pasquino ha messo a verbale. “Insomma, lei esclude anche si essersi inventata di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi?”, le ha chiesto il pm. “Escludo”, è stata la risposta di Ruby. A Ruby sono poi state rivolte domande sui 7mila euro di cui aveva denunciato il furto il primo maggio 2010. Lei ha replicato dicendo che “venivano dalle buste che ci dava il presidente, a volte con 2mila o 3mila euro, quando andavamo alle serate”. La giovane ha poi testimoniato in aula chiarendo che “i soldi li portavo in borsa, perché vivevo con delle ragazze e non mi fidavo”. Quel giorno, dopo la denuncia di Ruby, un carabiniere riuscì ad arrestare il ladro recuperando 5.500 euro e restituendoli alla ragazza.

“Violazione di domicilio della famiglia Scazzi”, Corona al processo!

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In carcere per l’estorsione a Trezeguet, ora la situazione di Fabrizio Corona si complica. Nei giorni successivi all’omicidio di Sarah Scazzi, il fotografo infatti, si sarebbe introdotto nella casa della famiglia, compiendo il reato di violazione di domicilio. Come molti ricordano, Corona si inserì di forza in quella tragedia, catalizzando l’attenzione dei media su di sè, al solo scopo di far soldi. Il fotografo dovrà comparire davanti al tribunale di Manduria il 3 luglio prossimo e rispondere anche di questo ulteriore reato denunciato da Concetta Serrano, madre di Sarah.

Già una volta Fabrizio corona aveva risposto in modo aggressivo ai giornalisti che chiedevano spiegazioni, nel febbraio del 2011, dichiarò:

«Non è possibile che ogni volta che faccio un lavoro pulito si debba scatenare l’inferno: non ho violato l’intimità di nessuno, ho fatto il mio lavoro e sono stato più che educato con la signora Concetta Serrano. Non ci posso credere, dicono che mi sono introdotto in casa di Concetta come un ladro e che l’ho spaventata a morte. Non ci voleva proprio, dopo il bel servizio che abbiamo fatto stamattina». Una lunga cronaca, raccontata con foto e riprese, dei luoghi di Sarah. Era quello lo scopo della sua venuta e questo sapevano i suoi autori di Milano ai quali raccontava, quasi in diretta, ogni mossa sul campo. La prima visita in via Deledda, davanti casa di Michele e Sabrina Misseri, davanti il portone marrone del garage dove è stata uccisa Sarah. Lì tentativo di farsi aprire da Cosima Serrano, mamma di Sabrina, che non ha nemmeno risposto al citofono. Poi un salto al «pozzo dell’orrore» , in contrada Mosca, uno sguardo al casolare dove si riteneva che la quindicenne era stata spogliata e, forse, stuprata già morta (accuse poi rivelatesi false) e una breve pausa nel podere della tomba-cisterna trasformata ora in un piccolo cratere pieno d’acqua e fango. Infine l’intervista a Ivano Russo e al sindaco di Avetrana, Mario De Marco.

Grasso eletto, i grillini tradiscono, Beppe chiede dimissioni!

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“Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo”, del voto segreto e a maggioranza “ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze”. Beppe Grillo sul suo blog invita alle dimissioni quei senatori del M5s che in aula al senato, a suo dire, non hanno rispettato il “codice di comportamento degli eletti”.

Beppe Grillo è infuriato e lo scrive sul suo blog. Oggi l’M5S ha tradito gli elettori, lo spirito del moviemnto e i suoi fondatori. Alla prima prova, i grillini sono bocciati!

CROLLA AL SUOLO PAPASTAMPKOS, E’ GRAVE!

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Il Parlamento europeo era riunito oggi a Strasburgo in seduta plenaria quando i lavori sono stati interrotti all’improvviso per un malore del vicepresidente. Nel primo pomeriggio si è sentito male il greco Georgio Papastamkos, che stava presiedendo l’assemblea. Il vicepresidente ha detto di doversi assentare per qualche minuto e, una volta alzatosi, è caduto al suolo. Si è poi saputo che Papastamkos è in condizioni molto gravi.

A parlare delle condizioni del vicepresidente è stato il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, intervenuto alla ripresa dei lavori dall’Aula. “Invito chi prega a pregare – ha detto – e gli altri a sperare che Papastamkos possa tornare tra noi. Le sue condizioni sono molto gravi”. Schulz ha inoltre ringraziato tutti i deputati che hanno generosamente prestato soccorso nel momento in cui il loro collega si è sentito male.Erano le 14,35 quando il vicepresidente ha avuto il malore, dopo oltre due ore di voti sulla riforma della Pac e dopo diverse richieste degli eurodeputati di interrompere i lavori per poter pranzare. Il fatto è stato assolutamente inatteso e ha lasciato tutti nello sconcerto. Le successive comunicazioni di Schulz sono state date all’Aula più tardi, quando i parlamentari sono tornati a riunirsi.

Corona show e ora rischia nuova incriminazione!

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La storia di Fabrizio Corona segna un’altro capitolo di intemperanze e problemi con le autorità. Nel tribunale di Como si sono vissuti in mattinata momenti di altissima tensione fra il fotografo dei vip e il magistrato che lo interrogava come testimone. Adesso un’incriminazione per oltraggio al magistrato in udienza e falsa testimonianza. In mattinata Corona era in tribunale a Como, dove in tribunale come testimone nel processo su presunte fatture false ed episodi di peculato legati a spettacoli organizzati al casinò di Campione d’Italia.

Corona, era già stato convocato due volte dal tribunale nei mesi scorsi ma non si era mai presentato. Questa volta è arrivato dal carcere di Busto Arsizio, dove è detenuto da quando è stato estradato dal Portogallo in gennaio. Barba e capelli lunghi, il fotografo indossava una tuta blu su una maglietta bianca, jeans e scarpe gialle, e ha avuto modo di scambiare qualche battuta con la madre e la sorella. Al pm che gli ha chiesto spiegazioni in relazione ad una fattura della Corona’s su prestazioni al Casino’ di Nina Moric e Alessia Fabiani, Corona ha prima detto che le due donne mai si sono esibite a Campione, poi ha cambiato versione.

Durante la deposizione il fotografo ha avuto un alterco con il Pubblico ministero Mariano Fadda. Di fronte alle prime domande dell’accusa, di cui evidentemente non ha gradito il tono, Corona ha urlato piu’ volte al Pm: “Mi porti rispetto, esigo educazione nei miei confronti, mi deve guardare in faccia quando mi parla”. “Quando avrà finito di fare il suo show le farò la domanda”, ha replicato Fadda. Ci sono voluti parecchi minuti prima che il fotografo si calmasse e accettasse di rispondere alle domande. Al termine il Pm ha chiesto al tribunale la trasmissione degli atti in procura per oltraggio al magistrato in udienza e per falsa testimonianza.

Lezioni bollenti!

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Pausa sesso! Un professore universitario si è preso una pausa dalla lezione di chimica che stava tenendo e, seduto in aula, si è messo a navigare in internet su un sito porno. Purtroppo per lui, si è dimenticato di scollegare il computer al proiettore su cui poco prima erano apparse le formule chimiche della lezione. Arrivato appositamente dal Belgio per le conferenze alla Wageningen University in Olanda, il prof è stato rimosso dall’incarico, nonostante il sostegno di molti dei suoi studenti che lo hanno definito “un eccellente professore”

Si dà fuoco in aula… shock a Cagliari!

tribunale minori

Shock nel cagliaritano per il disperato gesto di un uomo che si è dato fuoco questa mattina in un‘aula del Tribunale per i minorenni a Cagliari. Non si conoscono altri particolari sul fatto nè le motivazioni del gesto. Sul luogo sono intervenuti il personale del 118 ed i carabinieri.

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